315° MG - Serge di Yasmina Reza

qweedy

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Lasciando sedimentare un po' la lettura di questo romanzo, penso che l'autrice non avesse alcun intento moraleggiante, quindi si è limitata a raccontare le miserie umane spietata e implacabile, dissacrante e sconveniente, forse condendole anche con un tragico umorismo ebraico.
Guia Soncini in L'avvelenata titola così la sua recensione (superpositiva!) di Serge: "Lo spietato talento di Yasmina Reza nel farci fare schifo". Ecco, appunto!


«Non cerco di idealizzare l’uomo. Tanto meno di sminuirlo, ovviamente. Voglio soltanto parlare della sua impotenza, della sua incapacità a uscire da se stesso. Calare i personaggi in un contesto “sacro”, in un’ambientazione storicamente carica di tragedia, e vederli andare avanti con i loro piccoli litigi, le loro piccole meschinità – cioè le cose grandi e le cose piccole di tutti i giorni, e il fatto che siano quelle piccole a prendere il sopravvento è sempre stato il mio tema. Il piccolo che supera il grande. Le cose ordinarie che superano quelle eccezionali.» – Yasmina Reza, intervista a La Stampa


 

francesca

Well-known member
Grazie @qweedy dello stralcio di intervista.
Domanda per @Minerva6 : forse Reza cerca di "farci schifo" spietatamente e in qualche modo ci riesce, ma niente di confrontabile con la Nothomb, giusto?
Mi sembra di ricordare che all'inizio di questa lettura ero curiosa di vedere se la Reza poteva avere punti in comune con la Nothomb, ma mi sembra siano proprio su due piani diversi. Che ne pensi?
 

qweedy

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Grazie @qweedy dello stralcio di intervista.
Domanda per @Minerva6 : forse Reza cerca di "farci schifo" spietatamente e in qualche modo ci riesce, ma niente di confrontabile con la Nothomb, giusto?
Mi sembra di ricordare che all'inizio di questa lettura ero curiosa di vedere se la Reza poteva avere punti in comune con la Nothomb, ma mi sembra siano proprio su due piani diversi. Che ne pensi?
Rispondo anch'io, e di getto, se posso: Ci riesce a fare schifo, eccome se ci riesce!
Ma non vedo molti punti in comune con la Nothomb (che io adoro).
In Reza i personaggi sono piccoli e meschini, e si perdono in sciocchezze e piccinerie. Il legame tra i fratelli è comunque profondo (hanno sessant'anni e ancora vengono coinvolti in affari di famiglia, come la terribile "gita"), forse grazie anche a Jean che fa da unione con gli altri.
La Nothomb è spietata, ma i suoi protagonisti hanno una loro intrinseca bellezza. Magari uccidono, ma non si perdono in scaramucce meschine. E' una spietatezza portata all'eccellenza, una freddezza razionale che vola alto.
Qui invece siamo nel campo delle piccole meschinità e delle piccole fragilità umane.

Rendendomi conto delle riflessioni che mi ha portato ad avere, ringrazio Francesca, Minerva e Darida della lettura condivisa, anche se non dirò mai che mi è piaciuto :mrgreen:. Comunque è stato stimolante, per questo vi ringrazio!
 
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Minerva6

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Ringrazio anche io @qweedy, volevo proprio cercare qualcosa ma poi, tanto per cambiare, me ne sono dimenticata 🤦🏻.
In risposta a @francesca
posso dire che condivido quello che ha scritto qweedy sopra. Anche io all'inizio ero curiosa di scoprire se ci fossero punti di contatto tra la Reza e la Nothomb, ma poi mi sono resa conto subito che la prima tratta il reale perciò lo squallore desta maggior "schifo", mentre in Amélie ci sono elementi surreali e talmente strambi da far superare anche il disgusto verso certi personaggi che potrebbero apparire piuttosto riprovevoli. Anzi, diventano quasi affascinanti, come il protagonista di Igiene. Anche io l'adoro 🤩. Speravo solo di trovare una quasi sostituta perché ormai di lei mi è rimasto un unico libro e l'ultimo che uscirà a fine febbraio. Ragazze, siete già avvisate... faremo mini gruppo perché il tema è più delicato, stavolta ho bisogno di supporto.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Comunque devo ringraziare la Reza, Francesca che l'ha proposta e chi mi ha dato il numero (qweedy o Monica) perché mi hanno permesso di scrivere ed era da troppo tempo che non lo facevo per paura di essere fraintesa visto che spesso mi rendo conto che quello che penso non riesco a renderlo chiaro come vorrei.
La trama di Babilonia mi aveva incuriosita però non so se e quando la leggerò. In caso vi faccio sapere.
 

qweedy

Well-known member
Comunque devo ringraziare la Reza, Francesca che l'ha proposta e chi mi ha dato il numero (qweedy o Monica) perché mi hanno permesso di scrivere ed era da troppo tempo che non lo facevo per paura di essere fraintesa visto che spesso mi rendo conto che quello che penso non riesco a renderlo chiaro come vorrei.
La trama di Babilonia mi aveva incuriosita però non so se e quando la leggerò. In caso vi faccio sapere.
Per fortuna che ci sei!
 

darida

Well-known member
Buongiorno! Domandina di prima mattina😁
Ieri sera ho forzato la mano con la lettura per provare a finire e mi sono persa nelle parentele...🙄
Chi è per i fratelli Popper Maurice, morto, se ho capito bene a 99 anni, zio cugino o che altro?
(Non sarà importante ma non voglio passare un'altra notte a pensarci :mrgreen:)
Grazie 😉
 

qweedy

Well-known member
Ho trovato punti di contatto tra Yasmina Reza e un'altra scrittrice italiana, molto famosa: anche lei descrive i suoi protagonisti con le loro piccole meschinità e il loro fragile squallore: Margaret Mazzantini. Io le trovo simili, difficile trovare un personaggio positivo, luminoso, solare nei romanzi della Mazzantini.

Buongiorno! Domandina di prima mattina😁
Ieri sera ho forzato la mano con la lettura per provare a finire e mi sono persa nelle parentele...🙄
Chi è per i fratelli Popper Maurice, morto, se ho capito bene a 99 anni, zio cugino o che altro?
(Non sarà importante ma non voglio passare un'altra notte a pensarci :mrgreen:)
Grazie 😉
Se ricordo bene Maurice è cugino del padre dei fratelli Popper.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Se ricordo bene Maurice è cugino del padre dei fratelli Popper.
Anche io ricordavo che era un cugino ma credevo dei fratelli, però in effetti è troppo vecchio per esserlo. Jean lo chiama cugino e mi sa che è corretto, invece io i cugini dei miei genitori li chiamo zii, tranne quelli giovani non sposati che vogliono farsi chiamare per nome.
 

qweedy

Well-known member
La leggevo prima, poi mi sa che l'ho abbandonata proprio per il troppo squallore dei personaggi, anche se erano più fragili che meschini, forse. Comunque è molto bello il suo primo e meno noto romanzo, Il catino di zinco.
È il primo che ho letto. Adoro il suo stile di scrittura, ma non sopporto lo squallore dei suoi personaggi. Ho capito che a me serve che ce ne sia almeno uno positivo, già la realtà è quella che è, almeno nei libri vorrei uno spiraglio di speranza.
 

francesca

Well-known member
Chi è per i fratelli Popper Maurice, morto, se ho capito bene a 99 anni, zio cugino o che altro?
Questa tua domanda sottolinea una cosa che non mi ha convinto molto in questa lettura: la Reza "butta lì" i personaggi di contorno, questo non è il solo per cui non si capisce bene che ruolo abbia nella vita dei protagonisti. E ' un peccato perchè è un bel personaggio, ma non si capisce molto della sua storia, del perchè Jean e gli altri suoi fratelli siano così legati a lui.
Un altro esempio è l'amica della mamma, intravista al funerale, caricata su un taxi, ricompare in qualche pagina più avanti e fine, in modo però un po' slegato. Si intuisce che ci sono vissuti profondi che legano questi personaggi ai fratelli e alla loro famiglia, ma il lettore viene trattato come qualcuno che tanto lo sa, non c'è bisogno di spiegarglielo troppo.
 

darida

Well-known member
Questa tua domanda sottolinea una cosa che non mi ha convinto molto in questa lettura: la Reza "butta lì" i personaggi di contorno, questo non è il solo per cui non si capisce bene che ruolo abbia nella vita dei protagonisti. E ' un peccato perchè è un bel personaggio, ma non si capisce molto della sua storia, del perchè Jean e gli altri suoi fratelli siano così legati a lui.
Un altro esempio è l'amica della mamma, intravista al funerale, caricata su un taxi, ricompare in qualche pagina più avanti e fine, in modo però un po' slegato. Si intuisce che ci sono vissuti profondi che legano questi personaggi ai fratelli e alla loro famiglia, ma il lettore viene trattato come qualcuno che tanto lo sa, non c'è bisogno di spiegarglielo troppo.
Sì è vero, credo che sia lo scotto da pagare quando l'autore entra in modalità flusso di coscienza spinto, senza istruzioni chiare per l'uso...
A me da un po' fastidio perché vorrei collocare tutti i tasselli, ma è un problema mio 😉
Ho finito e mi è piaciuto molto questo romanzo.Uno scandaglio raffinato di questa famiglia malandata.Io lo vedo come un fallimento della memoria collettiva imposta e un recupero sul finale della memoria famigliare e affettiva forse l'unica che,ci piaccia o meno ammetterlo , ci appartiene veramente.
Notevoli proprio le ultime righe anche se il "Lascia fra noi un buco bluastro" mi ha spiazzata 🙄ma tant'è... dopo non c'è scritto altro

Per tutte:
È stato un grande piacere leggere con voi!!
A presto dunque!😉
 

francesca

Well-known member
Io lo vedo come un fallimento della memoria collettiva imposta e un recupero sul finale della memoria famigliare e affettiva forse l'unica che,ci piaccia o meno ammetterlo , ci appartiene veramente.
Anche secondo me questo è uno dei messaggi più potenti di questo libro.
A questo proposito riporto un brano che mi ero segnata e che mi ha colpito molto, una riflessione di Jean durante la visita ai campi di concentramento:
Ricordati. Ma perchè? Per non rifarlo? Ma lo rifarai. Un sapere che non è intimamente in relazione con sé è vano. Non ci si deve aspettare niente dalla memoria. Questo fetiscismo della memoria è un simulacro.

E' una riflessione molto amara, come se l'umanità fosse condannata alla crudeltà dall'impossibilità di trarre empatia reale da una memoria che non la tocca personalmente. Già Jean, Nana, Serge che sono parenti di persone che hanno subito gli orrori dello sterminio, non sembrano veramente coinvolti da quello che vedono, "personalmente" coinvolti.
 
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