315° MG - Serge di Yasmina Reza

Minerva6

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Sono arrivata alla partenza per il viaggio ad Auschwitz. Non credo di riuscire ad andare oltre per oggi. Anche a me la storia non convince del tutto però si fa leggere.
Credo che un'altra pecca, oltre lo stile che disorienta, sia anche l'aggiunta di tanti particolari che l'autrice pensa siano noti a tutti, invece non lo sono... Almeno per me 😄. O forse è colpa della traduzione?
 

Minerva6

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Intanto posto qualcosa di quello segnato.
In alcune caratteristiche di Serge sto ritrovando delle attinenze (anche per me il nero è negativo e cerco colori positivi come l'arancione) o con miei parenti, tipo nella sua particolare "superstizione"dei numeri, anche se io sapevo che il numero della morte era 4 e non nove, evidentemente in Francia è diverso. Però mi ritrovo anche in alcune cose di Jean, soprattutto il senso di fallimento e i momenti di sconforto, e forse pure di Nana. Insomma, un po' in tutti :mrgreen:, poche cose ma in tutti e 3.
Victor che non aveva il cellulare con internet non mi sembra strano perché ho un amico che non lo vuole, quindi posso sentirlo solo via sms e mail sul pc.
Non mi è piaciuto quando si parla male della donna italiana, dicendo che è la peggiore ed è rigida, si monta la testa da sola, non c'è verso di farla ragionare. Ci saranno pure donne così, ma dappertutto.
Jean lavora al controllo distribuito... Che cos'è? Poi dice che aveva una visita guidata in handcar mentre poteva essere nel gruppo di tiro con l'arco. Voi avete capito il suo lavoro?
 

Minerva6

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Sulla questione del lavoro trovato da Serge a Victor all'inizio ho dato ragione allo zio, poi quando riceve il messaggio dal nipote ho capito che l'aveva rifiutato perché non era per tutta l'estate ma solo uno stage per un paio di settimane e non nel ruolo di cuoco come lui voleva. Però poteva ringraziarlo lo stesso, l'educazione viene prima di tutto, anche se era stata la madre ad insistere.

Invece per quanto riguarda la scelta di Jo di andare in visita ai campi di concentramento, il padre potrebbe essere più disponibile, anche se pure lui ha ragione visto che dice che la figlia è ossessiva, si interessa di qualcosa ma poi gli passa facilmente. Magari stavolta non sarà solo una fase, ha deciso pure di studiare l'ebraico 🤷.
Comunque se all'inizio mi dava fastidio come veniva giudicato il viaggio dagli uomini, poi ho capito che è meglio così, altrimenti sarebbe stato troppo drammatico. Mi ha colpita quello che dice Jean, in risposta alla parola "inconcepibile" usata dalla sorella e dalla nipote. Afferma che purtroppo è concepibile perché in alcune parti del mondo succede ancora quello che fecero agli ebrei. Mi sa che quando è uscito il libro non era ancora iniziata la guerra tra Ucraina e Russia e non immaginava neppure quello che ora sta accadendo tra israeliani e palestinesi. È vero anche il fatto che finita la visita per qualcuno il ricordo svanisce in fretta e se pure resta non basta.
Ricordati. Ma perché? Per non rifarlo? Ma lo rifarai. Questo feticismo della memoria è un similacro.
Parole dure, ma se il ricordo non porta ad un agire migliore è davvero vano, purtroppo 🥺.
 
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Minerva6

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I tre fratelli non sono praticanti e non hanno conosciuto i parenti ebrei, però Jo e Nana hanno voluto lo stesso vedere i posti in cui sono morte persone della loro famiglia, e non solo. Questo Serge e Jean dovrebbero rispettarlo. Però mi piace anche il modo in cui loro protestano, c'è brio, la narrazione non è piatta.
Vedremo cosa succederà più avanti. Io di solito mi metto nei panni degli altri, difficilmente mi schiero, cerco di capire le ragioni di tutti, anche nella vita. Forse sono troppo empatica ma preferisco non giudicare troppo, anche se ovviamente mi viene da criticare certe volte.
 

francesca

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Ma perchè Jean e Serge ce l'hanno così tanto con Nana e suo marito? Non capisco il perchè di questo accanimento.
 

qweedy

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Siamo a Auschwitz. Non capisco perche' i fratelli, soprattutto Serge, ci siano andati se non volevano farlo. L'ostruzionismo di Serge e' assurdo. Se voleva accontentare la figlia accompagnandola, doveva farlo fino in fondo.
Non riesco a provare empatia, simpatia, o a immedesimarmi in nessuno dei protagonisti di questo libro, per questo la lettura mi risulta faticosa. Quello che mi pare meno sgradevole e' la voce narrante, Jean. Sembra quello piu' accondiscendente, meno egoista, e' quello che cerca di tenere uniti i fratelli, e' a lui che entrambi si rivolgono per tutto.
 
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francesca

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Anch'io come qweedy non provo empatia per nessuno dei protagonisti, nemmeno per Jean che non mi sembra poi tanto diverso da Serge, noto parecchio egoismo anche in lui e mi sembra che non abbia carattere e si faccia influenzare dal fratello. Lo critica ma sempre con una vena di bonarietà e accondiscendenza.
 

Minerva6

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Allora io sono fortunata :mrgreen:
, senza la mia empatia probabilmente questa lettura non soddisferebbe tanto neppure me.
E poi visto che io sono sempre stata troppo "buona" con gli altri, se c'è del cinismo o comunque della cattiveria di fondo mi fa piacere perché posso in qualche modo uscire dal mio bozzolo almeno virtualmente 😬.
Mi hanno colpito queste frasi di Serge: Questo popolo imbozzolato nella virtù mi fa vomitare.
Oggi chef è meglio di premio Nobel.

Sta leggendo Il blasfemo di Singer, mi incuriosisce però cercandolo non trovo questo titolo... strano 🤔.
 

Minerva6

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Ma perchè Jean e Serge ce l'hanno così tanto con Nana e suo marito? Non capisco il perchè di questo accanimento.
Forse perché non sono capaci di fare del bene agli altri ed interessarsi a loro quindi li invidiano 🤷?
Edit: sono appena arrivata ad un punto in cui Nana dice a Serge proprio che è invidioso. In questo caso però del figlio Victor che vuole aprire un fast food:
Forse ti scoccia vedere che in famiglia qualcuno ha davvero il senso degli affari, forse sei invidioso. E triste.
 
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Minerva6

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Ormai commento in divenire. Mi piace la nostalgia di Jean per il suo passato, soprattutto quando era piccolo e ricorda con affetto la sua tata.
Spoiler:
Finalmente Sergio manifesta un gesto di affetto verso sua figlia, è preoccupato per lei perché non le risponde al cellulare ed è notte perciò quando ritorna la abbraccia. Vuole fare il duro ma in fondo non lo è.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Jean lavora al controllo distribuito... Che cos'è? Poi dice che aveva una visita guidata in handcar mentre poteva essere nel gruppo di tiro con l'arco. Voi avete capito il suo lavoro?
Specialista della conduttività dei materiali

Finalmente lo dice chiaramente 🙃. Anche se io non ho capito ancora bene di che si tratta 😁. Cioè non capisco quale sia il lavoro equivalente in Italia.
 

Minerva6

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Interessante la parte sull' elemosina ai mendicanti da parte degli ebrei. Senza che la riporto tanto la leggerete anche voi 😉.
 

Minerva6

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Penso alle cose e poi mi dimentico di postarle 🤦🏻. Mannaggia a me! Così faccio mille messaggi e poi vi tocca leggerli 🤭.
Io sono figlia unica per cui quando leggo romanzi con storie tra fratelli e sorelle sono sempre curiosa. Anche se litigano, anzi, soprattutto, così penso che forse non è stato un male non averne, ma mento solo a me stessa perché crescendo ne ho sentito la mancanza. Da ragazza avevo gli amici e mi bastavano. Ora che sono rimasta da sola forse una sorella o un fratello mi avrebbe fatto compagnia. Per fortuna almeno ho delle amicizie virtuali che reputo come sorellanza e fratellanza 🤗
 

qweedy

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qweedy

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Specialista della conduttività dei materiali

Finalmente lo dice chiaramente 🙃. Anche se io non ho capito ancora bene di che si tratta 😁. Cioè non capisco quale sia il lavoro equivalente in Italia.
Forse riguarda la conducibilità elettrica o termica dei materiali, ad esempio quale materiale è migliore come isolante. Dovrebbe riguardare l'edilizia.
 

darida

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Ciao!
Io ho iniziato a leggere oggi, giusto un assaggio di una trentina di pagine. Di primo acchito non mi dispiace, lo stile si direbbe ironico e diretto, vedremo.
A me le storie famigliari piacciono anche con un sovraffollamento di personaggi. Vi ho letto fin qui però ora provo a smettere, caso mai vi raggiungo per il commento finale😉
 
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