Mi sono persa i tigli dalle altre due .La presenza dello stesso tiglio in tutti e tre i racconti, però non mi sono fatta un'idea precisa su questa cosa.
Mi sono persa i tigli dalle altre due .La presenza dello stesso tiglio in tutti e tre i racconti, però non mi sono fatta un'idea precisa su questa cosa.
no, no, vedrai che arrivanoMi sono persa i tigli dalle altre due .
Che bella intervista!!! Grazie. E che bella foto di Schmitt, mi sembra di riconoscerlo. Come ho già detto nella mia recensione di Concerto in memoria di un angelo, leggendo la parte finale del libro, dove c'è il diario di Schmitt su come l'ha concepito e scritto, mi sono subito affezionata a questo scrittore, mi è sembrata un uomo positivo, che varrebbe la pena conoscere di persona: questa intervista e la sua foto sono delle conferme a questa mia prima impressione (anche se me lo immaginavo più giovane).E' curioso come il titolo dell'edizione inglese: "Three Women in a Mirror" sia significativamente diverso dalle altre edizioni (La Femme au miroir - La mujer del espejo - Die Frau im Spiegel). Io preferisco il titolo al plurale.
Riporto uno stralcio di intervista all'autore, tratto da https://scuolabartleby.wordpress.co...nuel-schmitt-la-mia-mente-e-come-un-giardino/
Nel tuo ultimo libro, “La donna allo specchio”, ci sono tre donne che vivono in epoche diverse, hanno lo stesso nome, in fondo uno stesso obiettivo…
Sono tre donne che rompono lo specchio, nel senso di rompere il destino perché il loro destino è stato preparato, e condizionato e deciso da altri. Quando nasciamo c’è un destino per ciascuno, ma ciascuno può dire “io non voglio vivere questo destino, ma il mio”. E allora cercano la loro libertà e l’espressione della propria individualità come affermazione del proprio destino.
E per far questo, per raggiungere la propria espressione, bisogna rompere le regole…
Sì, dobbiamo rompere molti tabù e a volte è molto difficile. Le tre donne del mio libro non sono ribelli per carattere, ma per necessità. Sono tre donne adorabili, vicine al prossimo, amabili, dolci, ma sono forzate a diventare ribelli di fronte alla chiusura della società. Devono combattere. Anche quando non conoscono la loro verità, hanno la volontà di volerla scoprire. Perché importante è il percorso per arrivare a scoprire la verità, non il risultato. Perché la vita è un percorso, ed è il percorso che dobbiamo scegliere.
NoooooMitica Borsa Vuitton
Scusa, pensavo avresti letto i commenti quando avessi finito il romanzo.Mi sono persa i tigli dalle altre due .
Infatti, però sul tuo mi è caduto l'occhio . Comunque è meglio che non me li sono persa io, vuol dire che non sono ancora del tutto rimbambita .Scusa, pensavo avresti letto i commenti quando avessi finito il romanzo.
Mah, a ripensarci, i finali di tutte e tre le storie mi hanno lasciato un po' perplessa. Alla fine tutto si risolve negli ultimi 3/4 capitoli, e in effetti il finale di Anny è quello che appare più forzato, perchè questa sua trasformazione mi è sembrata un po' troppo asservita al lieto fine.Ma a voi il finale di Anny è piaciuto? Io capisco il finale ottimista voluto per lei e lo apprezzo ma avrei preferito un finale simile agli altri due, con più pathos.
Quello di Anne all'inizio per me è stato triste, ma poi ho capito che per lei non lo era perciò mi sono rilassata anche io.Ma a voi il finale di Anny è piaciuto? Io capisco il finale ottimista voluto per lei e lo apprezzo ma avrei preferito un finale simile agli altri due, con più pathos.
Ho iniziato a vederlo, molto interessante. Parla anche di Virginia e del suo Una stanza tutta per sé (se non sbaglio lo lessi sempre in mg). Quasi quasi me lo rileggo, lo ricordo poco.
Lascio un contributo.