314° MG - La donna allo specchio di Eric-Emmanuel Schmitt

Ondine

Logopedista nei sogni
Sono arrivata al capitolo 18 e adoro la figura di Anne, davvero rivoluzionaria nel suo silenzio, nella sua condotta naturale, nella sua dolcezza e nella sua inconsapevolezza, infatti non vuole ergersi a messaggera e non comprende la meraviglia che suscita intorno anzi rifugge dagli altri.
Hanna la vedo combattuta tra il compiacere chi la circonda e il suo inconscio, la sua vera volontà che forse lei ancora ignora o di cui non vuole rendersi conto, il suo fisico non risponde a ciò che la sua mente le ordina di fare ed è per me interessante questa ribellione del corpo, il corpo non mente.
Anny la devo ancora capire, cerca continuamente l'approvazione degli uomini, vuole sedurre e insegue l'unico uomo che non cede alle sue provocazioni ma non ho capito da cosa derivi questo suo atteggiamento, questa disperazione nascosta dietro il suo comportamento sfacciato e questo suo dipendere dall'oppio, forse sono le pressioni derivanti dall'ambiente cinematografico o c'è dell'altro?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho finito pure io il 18, devo solo trovare tempo ma soprattutto concentrazione per scrivere qualcosa. Dovrei aver preso note, mi aiuteranno a ricordare.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Sono arrivata al capitolo 30 e confermo che la storia che mi sta prendendo di più è quella di Anne, la più rivoluzionaria nella sua inconsapevolezza, lei segue semplicemente il suo cuore e si strugge di non saper trovare le parole giuste per descrivere il suo stato d'animo.
Ora si capisce il rifiuto di Hanna di diventare madre e nel frattempo ho trovato un punto in comune tra le tre donne.
Per quanto riguarda Anny ho un sospetto che riguarda la sua infanzia, non so se lo pensiate anche voi.
Ditemi dove siete arrivate così vi aspetto.
 

francesca

Well-known member
Capitolo 39
Non voglio spoilerare, ma finalmente le storie di queste tre donne che finora mi sembravano procedere in parallelo e mi facevano impazzire a cercare i punti di contatto, si stanno intrecciando.
Ma non dico di più, non so dove siete.
Posso solo dire che è un sollievo, perchè stavo diventando matta, mi sembrava impossibile che fossero tre storie così, con generici punti in comune.
Avevo iniziato a confrontare anche gli altri personaggi per cercare un nesso.
Per esempio le donne che fanno da controparte alle protagoniste:
la grande Demoiselle-Ida per Anne
la zia Vivi per Hanna
Johanna per Anny
Oppure gli uomini:
Brandoir
Franz, il dottor Calgari
David, Ethan...
ma mi sembravano tutte connessioni molto deboli.
Non so qual è il sospetto di Ondine, quello che ho notato sull'infanzia delle protagoniste è che nessuna di loro ha conosciuto i propri genitori: Anne è stata cresciuta dalla zia Gondelieve, mentre Hanna e Anny sono state adottate.
Tutte e tre le "Anne" sono donne e hanno subito il trauma dell'abbandono del loro essere orfane, si sentono inadeguate al ruolo che la società, in modo diverso, impone loro.
Questa inadeguatezza sembra amplificata dalla paura di essere nuovamente abbandonate, tanto che per non deludere chi hanno accanto, all'inizio ci provano a stare nella parte che è stata loro assegnata.
La più libera di tutte mi sembra essere proprio Anne, ma quella che sento più vicina, più simile a me, è Hanna.
Mi sono segnata un po' di cose, ma potrebbero anticipare il colpo di scena, quindi aspetto di sapere dove siete.
Che lettura incredibile!!!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Non so qual è il sospetto di Ondine
Sospetto che Anny da bambina sia stata vittima di abusi, me lo fa pensare questo passo:
Da quando aveva 5 anni viveva in un universo di adulti che non smettevano mai di rivelare i propri desideri, di esprimere le proprie fantasie e persino di filmarli.
L'educazione sessuale che aveva ricevuto a Hollywood fin da bambina era che il sesso non dovesse avere nessun coinvolgimento emotivo e che lei dovesse essere desiderata solamente per la sua bellezza.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Caspita, come siete avanti 🥺.
Io sono appena al 21, ho tanto da dire ma se scrivo resto ancora più indietro 😁.
Che lumachina che sono 🐌!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Intanto provo a buttare giù qualcosa:
Come avevo previsto il monaco nomina San Francesco ad Anne riferendosi al suo rapporto con il lupo addomesticato solo con le parole.
Un'altra cosa che avevo previsto era l'apparizione di Freud e della psicoanalisi visto che siamo all'inizio del 1900 a Vienna e poi avevo letto un altro libro, Il visitatore, in cui c'è lui come protagonista.
Quando ho capito che la gravidanza di Anna era isterica ho associato subito l'isteria al nome di Freud.
Anny dice che il terzetto di alcol, sesso e droga per lei incarnava i privilegi dell'età adulta... Contenta lei 🤷.
Addirittura ora vuole procurarsi il coma etilico 😱.
Anne invece sente il bisogno di stare in mezzo agli elementi naturali e in questo la sento affine a me.
Il monaco è l'infermiere di Anny, entrambi alti e biondi. Per Hanna però mi sono persa il paragone, forse Calgari 🤔. O deve ancora arrivare.
Comunque riflettevo che le tre donne possono rappresentare tre caratteristiche con cui a volte vengono etichettate: la santa, la moglie/madre e la p******.
Ovviamente non è detto che una donna debba per forza essere una di queste, anzi, anche no 😉.
 
Ultima modifica:

francesca

Well-known member
Invece io avevo già sentito parlare del beghinaggio e un mese fa ad Amsterdam ho visitato il Begijnhof, che è un famoso quartiere di Amsterdam in cui abitavano le beghine.

BegijnhofAmsterdamPanorama.jpg


E' un luogo pieno di pace, molto ordinato e ben tenuto, non vi abitano più le beghine, ma chi vi abita deve comunque rispettare regole abbastanza ferre per conservare la peculiarità del luogo.
Ci sono due cappelle, quella cattolica e quella protestante, una di fronte all'altra.
Mi immagino proprio un luogo simile quando leggo di Anne.
Leggo da internet che esiste anche il beghinaggio di Bruges e da quello che posso vedere dalle foto, mi sembra molto simile a quello di Amsterdam, forse è più grande.

In tutto ciò ho finito il libro, c'è un ulteriore colpo di scena nel capitolo 41 che riguarda la storia di Hanne.
Adesso però devo un po' ripensare al tutto, mi sembra di avere un gran calderone di idee in ebollizione che non riescono a visualizzare con chiarezza.
 

Shoshin

Goccia di blu
Invece io avevo già sentito parlare del beghinaggio e un mese fa ad Amsterdam ho visitato il Begijnhof, che è un famoso quartiere di Amsterdam in cui abitavano le beghine.

BegijnhofAmsterdamPanorama.jpg


E' un luogo pieno di pace, molto ordinato e ben tenuto, non vi abitano più le beghine, ma chi vi abita deve comunque rispettare regole abbastanza ferre per conservare la peculiarità del luogo.
Ci sono due cappelle, quella cattolica e quella protestante, una di fronte all'altra.
Mi immagino proprio un luogo simile quando leggo di Anne.
Leggo da internet che esiste anche il beghinaggio di Bruges e da quello che posso vedere dalle foto, mi sembra molto simile a quello di Amsterdam, forse è più grande.

In tutto ciò ho finito il libro, c'è un ulteriore colpo di scena nel capitolo 41 che riguarda la storia di Hanne.
Adesso però devo un po' ripensare al tutto, mi sembra di avere un gran calderone di idee in ebollizione che non riescono a visualizzare con chiarezza.
È molto interessante quello che hai condiviso.
 

francesca

Well-known member
Mentre aspettiamo che Minerva ci raggiunga, inizio a mettere ordine fra i vari "rimuniginii" che sto facendo su questa lettura.
Inizio con il seguente.
A parte le protagoniste, una delle figure che mi ha più colpito è quella di zia Vivi.
Ida e Johanna sono fortemente caratterizzate come i personaggi "cattivi", incarnano in epoche diverse il concentrato di meschinità, opportunismo, invidia che possono albergare nel cuore di una persona.
Zia Vivi mi è sembrata il personaggio secondario più interessante.
Mi sono segnata alcuni passaggi che la riguardano.
Dice di lei Hanna a pag. 364:
"zia Vivi incarna Eva, la donna matrice, la donna donna, la donna più donna delle donne, quella che ha inventanto il mestiere di donna.
Impossibile misurarmi con lei. Non ho la sua scaltrezza, l'astuzia, l'opportunismo trionfante, l'egoismo agile che si nasconde sotto il fascino.
....
Zia Vivi riusciva a realizzarsi senza rimorsi. La invidio."
Dice di sè, la stessa Vivi a pag. 285:
"Avere un dono vuol dire fare spontaneamente quello che gli altri hanno bisogno di imparare. Io avevo il dono di essere donna".
Nel riportare queste parole, Hanna le commenta nella sua lettera a Gretchen così: "La lungimiranza di quelle parole mi ha colpito. E anche intristito. Non avevo alcuna facilità a essere donna. Almeno donna così come lo intendeva la zia Vivi...."

Mi fa molto riflettere questo modo di definire l'essere donna.
Zia Vivi è una persona opportunista, egoista, che sfrutta il suo ascendente sulle persone per manipolarle, come fa con Hanna: e non è così perchè è donna, è così come potrebbe esserlo un uomo. Un uomo ha poi altri strumenti per esprimere queste caratteristiche, la forza, il potere, ma le pulsioni interne che spingono ad agire in un modo o in un altro non dipendono dall'essere uomo o donna e non definiscono alcun genere.
Ma quanto strada abbiamo dovuto fare e dobbiamo ancora fare noi donne per liberarci di questi pregiudizi e etichette che ci portiamo dietro da secoli e che noi per prime applichiamo a noi stesse!

A fine libro posso dire che la copertina secondo me è azzeccatissima!
Mentre sto ancora cercando di inquadrare meglio il titolo: lo specchio compare solo in uno dei capitoli iniziali della storia di Anne, quando la sua rottura nel giorno dell nozze spinge Anne a "rompere" veramente con la vita che gli altri stavano preparando per lei. Bella l'immagine di Anne che vede la sua stessa persona andare in mille pezzi insieme allo specchio: è proprio questa visione che l'atterrisce perchè rappresenta il suo modo di sentirsi in quel momento e la spinge alla fuga per ritrovare la sua interezza, la compattezza che hanno le donne di Tamara de Lempicka.
Però poi non mi sembra ci siano più altri specchi, e mi rimane difficile coglierne di metaforici nella narrazione.
Avevo anche pensato che forse il titolo si riferisce all'idea che queste tre donne si specchiano l'una nell'altra, però mi sembra un concetto un po' forzato e banale.
 

qweedy

Well-known member

E' curioso come il titolo dell'edizione inglese: "Three Women in a Mirror" sia significativamente diverso dalle altre edizioni (La Femme au miroir - La mujer del espejo - Die Frau im Spiegel). Io preferisco il titolo al plurale.

Riporto uno stralcio di intervista all'autore, tratto da https://scuolabartleby.wordpress.co...nuel-schmitt-la-mia-mente-e-come-un-giardino/


Nel tuo ultimo libro, “La donna allo specchio”, ci sono tre donne che vivono in epoche diverse, hanno lo stesso nome, in fondo uno stesso obiettivo…

Sono tre donne che rompono lo specchio, nel senso di rompere il destino perché il loro destino è stato preparato, e condizionato e deciso da altri. Quando nasciamo c’è un destino per ciascuno, ma ciascuno può dire “io non voglio vivere questo destino, ma il mio”. E allora cercano la loro libertà e l’espressione della propria individualità come affermazione del proprio destino.

E per far questo, per raggiungere la propria espressione, bisogna rompere le regole…

Sì, dobbiamo rompere molti tabù e a volte è molto difficile. Le tre donne del mio libro non sono ribelli per carattere, ma per necessità. Sono tre donne adorabili, vicine al prossimo, amabili, dolci, ma sono forzate a diventare ribelli di fronte alla chiusura della società. Devono combattere. Anche quando non conoscono la loro verità, hanno la volontà di volerla scoprire. Perché importante è il percorso per arrivare a scoprire la verità, non il risultato. Perché la vita è un percorso, ed è il percorso che dobbiamo scegliere.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Io ho inteso lo specchio del titolo come aspetto simbolico, come da un lato l'immagine che la società vuole attribuire ad Anne, Hanna ed Anny e dall'altro lato come l'autentica essenza che queste tre protagoniste scoprono in loro stesse.
Tutte e tre convivono con una doppia immagine, quella che gli altri attribuiscono loro e quella che loro stesse sentono di essere nel profondo del loro animo.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Sono arrivata al cap 32.
Posto gli appunti presi più per me stessa ormai 😬.
Riepilogando Anne è orfana dalla nascita perché la mamma è morta di parto, Hanna ha perso i genitori in un incidente a 8 anni e Anny è stata adottata quindi è sempre orfana dei genitori.
Questo per trovare sempre punti in comune tra loro.

Mitica Borsa Vuitton 🤩!
Mi fa morire con quello che dice, sopratutto con i vari nomignoli che dà ad Anny.

Anche io come Anne condivido l'idea che i soldi presi dai credenti per costruire chiese o più gravemente per il lusso dei prelati sia proprio una cosa indecente.
Mi è piaciuta la frase che ha rivolto all'arcidiacono: Gesù non ha sofferto volontariamente, è stato crocifisso. Meglio imitarlo per la sua bontà e carità che per un'agonia che non ha scelto, non crede?

Altra citazione:
Il cinismo è il parapetto al quale ci si aggrappa in caso di cataclisma universale.
 
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