Quando ho letto il capitolo in cui Blanka mischia i fogliettini nella cartella (con risultati disastrosi, ma involontari) in modo che l'encomio venga dato a Iren ho pianto da sola in treno, bellissimo!
Mi sono sbagliata su molte cose, credevo di aver più o meno compreso la prima parte e invece non era così, è difficile, durante la lettura, separare nettamente i momenti in cui chi scrive (e anche tutti gli altri personaggi) è vivo da quelli in cui è morto, ma non importa, anzi talvolta meno capisco e più vengo avviluppata dalle pagine.
Sono arrivata al 1944, capitolo che credo sia il fulcro del libro: la guerra inizia a farsi sentire, le pagine sono vibranti di paura ma allo stesso tempo di amore, di affetto, di odio, di invidia, di milioni di sfumature di sentimento che la Szabò è come sempre bravissima a cogliere e a trasmettere. Quando parla di Iren mi sembra di preferire e di essere Iren, con il suo rigore e la sua ansia di compiacere, quando si parla di Blanka il mio cuore batte per la sua vivacità e generosità, e la vicenda delle tante morti di Henriett, come la scoperta del fidanzamento di Iren e Balint o la visione della casa in cui capisce che non tornerà più, vale da sola un libro intero.
Bellissimo davvero, sono entusiasta.
Mi sono sbagliata su molte cose, credevo di aver più o meno compreso la prima parte e invece non era così, è difficile, durante la lettura, separare nettamente i momenti in cui chi scrive (e anche tutti gli altri personaggi) è vivo da quelli in cui è morto, ma non importa, anzi talvolta meno capisco e più vengo avviluppata dalle pagine.
Sono arrivata al 1944, capitolo che credo sia il fulcro del libro: la guerra inizia a farsi sentire, le pagine sono vibranti di paura ma allo stesso tempo di amore, di affetto, di odio, di invidia, di milioni di sfumature di sentimento che la Szabò è come sempre bravissima a cogliere e a trasmettere. Quando parla di Iren mi sembra di preferire e di essere Iren, con il suo rigore e la sua ansia di compiacere, quando si parla di Blanka il mio cuore batte per la sua vivacità e generosità, e la vicenda delle tante morti di Henriett, come la scoperta del fidanzamento di Iren e Balint o la visione della casa in cui capisce che non tornerà più, vale da sola un libro intero.
Bellissimo davvero, sono entusiasta.