312° MG - Il fiume della coscienza di Oliver Sacks

francesca

Well-known member
Io e @ayuthaya iniziamo la lettura di questo libro di Sacks. Chiunque voglia unirsi è il benvenuto.

"Rimasta sulla scrivania di Oliver Sacks fino a due settimane prima della morte, questa raccolta di scritti ci offre la sintesi di tutte le sue tensioni conoscitive nell'ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e anatomia animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia – senza dimenticare la passione letteraria. Ed è proprio questo ventaglio a permettere a Sacks di scomporre il fiume della coscienza umana, e di farne emergere i caratteri più sconcertanti e controintuitivi. Esplorando le forme di vita «senziente» lungo l'intera scala degli «esseri organizzati» – a partire da piante come la Mimosa pudica, le cui foglie si contraggono alla minima sollecitazione tattile, e da certi vermi capaci di auscultare le vibrazioni del terreno e di sfuggire così agli uccelli predatori –, Sacks ci mostra come molte «menti» elementari condividano con noi proprietà fondamentali. E ci rivela anche come la fluidità e continuità di quel «fiume» sia in realtà composta da una successione di microsequenze discrete e possa essere minata da «bachi» sensoriali quali gli scotomi o l'ampia gamma di amnesie e inganni della memoria che va dai traumi sessuali immaginari a vere e proprie affabulazioni (come quella di Binjamin Wilkomirski, che descrive una sconvolgente esperienza concentrazionaria senza averla mai vissuta). La somma di queste indagini finisce così per assumere un valore testamentario, facendo confluire le scoperte e gli interrogativi di un grande esploratore della mente e della natura."

Ho grandi aspettative, ho letto:
"L'uomo che scambio sua moglie per un cappello"
"Su una gamba sola "
"Zio Tungsteno"

E mi sono piaciuti moltissimo tutti e tre.
 

ayuthaya

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Ho iniziato e da poco finito il primo paragrafo dedicato alla botanica. Commento in giornata sperando di essere andata un po' avanti...
 

francesca

Well-known member
Sono arrivata a metà del capitolo Il sé creativo.
Per ora le aspettative non stanno andando deluse e procedo anche con un’insolita velocità per i miei ritmi di lettura usuali. E’ che mi piace proprio, mi incuriosisce, anche se in alcuni punti non mi sembra di afferrare proprio tutto tutto.
E’ come Sacks riuscisse a trasmettere prima di tutto il suo entusiasmo, la sua curiosità, la sua meraviglia di fronte non solo ai meccanismi della mente umana, ma di fronte al mistero dell’uomo nella sua interezza.
Il capitolo che ho trovato un po’ più difficile è stato quello di Freud neurologo, non so se ho apprezzato del tutto la portata della sua idea sulla struttura mentale. Quello che ho capito è che ad un certo punto psicologia e neuropsicologia si sono salutate cordialmente, dicendosi: ci rivediamo all’occasione, e questo ha portato alla possibilità di studiare i meccanismi psicologici senza per forza volerne capire il nesso fisiologico con il funzionamento del cervello.
Non so se ho capito bene e da profana mi chiedo se questo approccio funzioni, ma in effetti, per la mia esperienza, funziona davvero così e di solito chi ha malattie psichiatriche ha quasi sempre due dottori: il neuropsichiatra o lo psicologo.
Un po’ difficile anche il capitolo sull’evoluzione dell’apparato nervoso a partire dagli studi sui vermi e sulle meduse, ma molto interessante.

Bellissimo il capitolo sulla fallabilità della memoria. Mi sono sorpresa a pensare ad episodi della mia infanzia e a chiedermi se per caso non siano “inventati”. A dir la verità ho pochissimi ricordi fino agli otto/nove anni e mi chiedo se come a Sacks, ad un certo punto invecchiando, me ne verranno qualcuno in più.
Questo per ora è il capitolo che di sicuro mi ha colpito di più.
Sorprendente anche pensare che continuamente ri-creaimo i nostri ricordi, gli adattiamo al nostro vissuto, e questo processo ci serve per l'affermazione della nostra individualità.
Riporto un brano che, secondo me, riassume le sconcertanti conclusioni sulla nostra memoria:
"La nostra sola verità e la verità narrativa, le storie che raccontiamo gli uni agli altri e a noi stessi -le storie che continuamente ricategorizziamo e rifiniamo. Tale soggettività è incorporata nella natura stessa della memoria, e deriva dal fondamentio e dai meccanismi che essa ha nel nostro cervello.
....
Come essere umani, ci tocca una memoria fallibile, fragile e imperfetta -ma dotata anche di una grandissima flessibilità e creatività."

Fra questi capitoli così profondi e corposi, ho trovato più leggero e divertente quello sul suo studio sul fraintendimento delle parole udite con tutti i colori per trovare un nesso nel proprio vissuto fra la parola vera e quella che si pensa di aver capito via via che l’udito peggiora con l’età.
Mi chiedo se io non inizierò a trasformare le parole non perfettamente capite in parole della fisica.😅
 

ayuthaya

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Membro dello Staff
Mi spiace... penso di dovermi fermare per un po'. Scusami Francesca.
 

francesca

Well-known member
Finito.
Come al solito, sono rimasta ammirata dalla conoscenza di Sacks, dal numero di autori e libri che cita e di cui dimostra di conoscere il pensiero e le storia.
Ho trovato un po’ difficile il capitolo Il fiume della coscienza, non sono sicura di aver afferrato completamente il senso di questo fiume della coscienza, mi sembra di aver preso il concetto che quello che noi percepiamo come un unicum in realtà è composto di tanti istanti che poi vengono rielaborati per dare un senso di continuità, ma non so se ho capito bene o se sto trasponendo alcuni concetti della fisica, soprattutto di quella quantistica, all’idea di Sacks.
Comunque per tutti i capitoli mi sono appuntata dei concetti base.

Per esempio, per il capitolo del Sé creativo mi è sembrata molto interessante questa idea di creatività che non nasce e si basa sulla pura invenzione, ma che come base prima di tutto ha l’imitazione e il mimetismo, meccanismo base dei giochi dei bambini. Come solo se da un substrato nato da questi due meccanismi i veri creativi riesco a spiccare per le loro originali invenzioni. E anche come in alcuni casi, gli artisti, gli scrittori, i musicisti involontariamente “copino” qualcosa di già visto o sentito, magari senza affatto accorgersene, qualcosa che è andato a finire nel loro subconscio e che magari è necessitato anni per essere rielaborato e dar vita ad una creazione orginale.

Poiché Ayu è in stand by con questa lettura, ho pensato di scirvere via via cosa mi è rimasto di ogni capitolo in tempi successivi, che per me è sempre il modo migliore, perché far sedimentare una lettura è come setacciare per far emergere le pagliuzze d’oro che rimarranno nel tempo.
 

francesca

Well-known member
Nei capitoli Una sensazione generale di disordine e Il fiume della coscienza mi sembra che Sacks cerchi di dare una psiegazione fisiologica alla coscienza. L'idea che il cervello si plasmi a seconda dell'esperienza e che "selezioni" le connessioni e i gruppi neurali da mantenere in una specie di meccanismo simile a quello della selezione naturale delle specie, è affascinante.
La coscienza quindi non come sensazione di sè, cosa predefinita oppure evoluta fino ad un certo punto che poi si assesta e rimane lì, immobilmente uguale a se stessa, ma come "processo" in cui le connessioni plasmate dalle nostre esperienze hanno un ruolo predominante.
La quantità di possibili connessioni fra i neuroni del cervello è impressionante, da vertigine. Un neurone può avere fino a diecimila sinapsi e il cervello ne ha più di centomila miliardi, le possibilità di modifica sono pressochè infinite.
Sembra di avere un intero universo nella nostra scatola cranica!
 
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