bouvard
Well-known member
COMMENTO CON SPOILER
Decidendo di leggere La paga del soldato, uno dei primi libri di Faulkner, pensavo di trovarmi di fronte un’opera minore, ancora acerba. Per fortuna non è stato così, infatti già in questo primo libro sono presenti alcune delle caratteristiche stilistiche proprie delle sue opere successive. Innanzitutto la figura del protagonista “non-protagonista”, proprio come succederà poi con la Cassy di L’urlo e il furore e con la madre morente di Mentre morivo, anche Donald Mahon, il “protagonista” di questo libro, pur condizionando tutte le azioni e i pensieri degli altri personaggi agisce e parla poco in prima persona. Sicuramente se il protagonista del libro fosse stato il Donald Mahon che viveva ad Atlanta, marinava la scuola e passava intere giornate nei boschi, avremmo avuto un protagonista più “convenzionale”, ma il libro non parla di questo Donald - se non attraverso i ricordi di uno degli altri personaggi - parla invece del Donald reduce della Prima Guerra mondiale che torna inaspettatamente a casa dopo esser stato da tutti pianto per morto. E Faulkner non è proprio autore da far parlare tanto un simile protagonista, sfigurato nell’aspetto, ma ancor più morto nell’animo. D’altronde per rappresentare tutti gli orrori della guerra, e soprattutto tutte le sue irreparabili conseguenze Faulkner ha scelto proprio il modo più semplice, eppure più impressionante: lasciare Donald vivo senza che lo sia davvero, così poco consapevole com'è di quanto succede intorno a lui. Si potrebbe quasi dire che il libro sia un lento accompagnamento, da parte degli altri personaggi, alla sua morte.
Altra caratteristica già presente in questo libro sono i salti temporali, e la presenza contemporanea di ciò che un personaggio dice e di ciò che pensa. Solo che a differenza di quanto capiterà con le opere successive qui è facile distinguere le due parti, perché ciò che un personaggio pensa viene riportato tra parentesi, e ciò che dice fuori dalle parentesi, e questo facilita non di poco la lettura, che risulta alla fine scorrevole.
Tra tanti personaggi presenti nel libro sono tre donne ad avere i ruoli principali. Innanzitutto Cecily – la fidanzata – a rappresentare la perfetta ragazza del Sud: bella, viziata, superficiale, capricciosa, abituata a vedersi ronzare intorno tutti i giovanotti e pronta a mille moine e smorfie per tenerseli attaccati alle gonnelle. Il suo comportamento non è diverso da quello di tutte le altre ragazze di buona famiglia del Sud, educate a sfruttare la loro bellezza per arrivare ad una “sistemazione conveniente” tramite un buon matrimonio. Io l’ho trovato un personaggio decisamente fastidioso per la sua falsità, meschinità e per la sua incapacità di guardare oltre il volto sfregiato di Donald. La seconda donna è Emmy – la domestica – espressione dell’amore romantico, ingenuo e dolce, un amore durato lo spazio di una notte, ma tenuto in vita ed alimentato continuamente dal ricordo di quella notte. Mentre Cecily si sente male vedendo il volto deturpato di Donald, Emmy si sente male rendendosi conto che lui non la riconosce. Decisamente non potrebbe esserci una differenza di sensibilità maggiore tra le due ragazze. Infine Margareth, che ha conosciuto solo il Donald sfigurato e apatico, ma in lui rivede il suo Dick, l’uomo che ha sposato quasi senza conoscerlo e con cui ha vissuto solo tre giorni prima che lui partisse per la guerra. Il suo amore per Donald nasce dalla pietà e dalla compassione, e nasconde soprattutto la sua voglia di espiare i sensi di colpa verso Dick.
Libro malinconico, triste ma dolcissimo. Decisamente consigliato.
Decidendo di leggere La paga del soldato, uno dei primi libri di Faulkner, pensavo di trovarmi di fronte un’opera minore, ancora acerba. Per fortuna non è stato così, infatti già in questo primo libro sono presenti alcune delle caratteristiche stilistiche proprie delle sue opere successive. Innanzitutto la figura del protagonista “non-protagonista”, proprio come succederà poi con la Cassy di L’urlo e il furore e con la madre morente di Mentre morivo, anche Donald Mahon, il “protagonista” di questo libro, pur condizionando tutte le azioni e i pensieri degli altri personaggi agisce e parla poco in prima persona. Sicuramente se il protagonista del libro fosse stato il Donald Mahon che viveva ad Atlanta, marinava la scuola e passava intere giornate nei boschi, avremmo avuto un protagonista più “convenzionale”, ma il libro non parla di questo Donald - se non attraverso i ricordi di uno degli altri personaggi - parla invece del Donald reduce della Prima Guerra mondiale che torna inaspettatamente a casa dopo esser stato da tutti pianto per morto. E Faulkner non è proprio autore da far parlare tanto un simile protagonista, sfigurato nell’aspetto, ma ancor più morto nell’animo. D’altronde per rappresentare tutti gli orrori della guerra, e soprattutto tutte le sue irreparabili conseguenze Faulkner ha scelto proprio il modo più semplice, eppure più impressionante: lasciare Donald vivo senza che lo sia davvero, così poco consapevole com'è di quanto succede intorno a lui. Si potrebbe quasi dire che il libro sia un lento accompagnamento, da parte degli altri personaggi, alla sua morte.
Altra caratteristica già presente in questo libro sono i salti temporali, e la presenza contemporanea di ciò che un personaggio dice e di ciò che pensa. Solo che a differenza di quanto capiterà con le opere successive qui è facile distinguere le due parti, perché ciò che un personaggio pensa viene riportato tra parentesi, e ciò che dice fuori dalle parentesi, e questo facilita non di poco la lettura, che risulta alla fine scorrevole.
Tra tanti personaggi presenti nel libro sono tre donne ad avere i ruoli principali. Innanzitutto Cecily – la fidanzata – a rappresentare la perfetta ragazza del Sud: bella, viziata, superficiale, capricciosa, abituata a vedersi ronzare intorno tutti i giovanotti e pronta a mille moine e smorfie per tenerseli attaccati alle gonnelle. Il suo comportamento non è diverso da quello di tutte le altre ragazze di buona famiglia del Sud, educate a sfruttare la loro bellezza per arrivare ad una “sistemazione conveniente” tramite un buon matrimonio. Io l’ho trovato un personaggio decisamente fastidioso per la sua falsità, meschinità e per la sua incapacità di guardare oltre il volto sfregiato di Donald. La seconda donna è Emmy – la domestica – espressione dell’amore romantico, ingenuo e dolce, un amore durato lo spazio di una notte, ma tenuto in vita ed alimentato continuamente dal ricordo di quella notte. Mentre Cecily si sente male vedendo il volto deturpato di Donald, Emmy si sente male rendendosi conto che lui non la riconosce. Decisamente non potrebbe esserci una differenza di sensibilità maggiore tra le due ragazze. Infine Margareth, che ha conosciuto solo il Donald sfigurato e apatico, ma in lui rivede il suo Dick, l’uomo che ha sposato quasi senza conoscerlo e con cui ha vissuto solo tre giorni prima che lui partisse per la guerra. Il suo amore per Donald nasce dalla pietà e dalla compassione, e nasconde soprattutto la sua voglia di espiare i sensi di colpa verso Dick.
Libro malinconico, triste ma dolcissimo. Decisamente consigliato.
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