Palmaria
Summer Member
1950. Il protagonista, di cui non si conosce il nome, narra in prima persona del proprio lungo soggiorno di oltre sei mesi a Parigi, dove si è recato, abbandonando le tranquille sponde del paese natio sul Lago Maggiore, più che per conoscere ed imparare, allo scopo di dare una svolta alla sua esistenza al rientro dalla guerra.
Durante la permanenza in Francia, in effetti, egli si troverà suo malgrado coinvolto in una serie di avventure e di equivoci che prendono corpo pagina dopo pagina, mirabilmente assemblati dall'autore.
Ho mantenuto la trama di questo libro volutamente generica, perchè penso sia meglio assaporarla da soli pian piano, gustandosi le atmosfere, sia della Parigi autunnale, sia della vita di paese sullo sfondo lacustre, i colpi di scena, i tasselli che gradatamente vanno a ricomporre il puzzle.
Devo dire che il mio approccio con l'opera di Chiara è stato innegabilmente determinato dai continui accostamenti tra questo autore ed il contemporaneo Andrea Vitali, di cui sto pian piano completando la bibliografia, e posso valutarlo positivamente.
Ho trovato la scrittura di Chiara avvolgente e calda, capace di evocare, almeno in questo libro, soprattutto la malinconia dei luoghi e delle esperienze passate del protagonista, ma non per questo noiosa. L'autore riesce infatti a delineare dal nulla un mistero che viene poi dipanato nel corso del romanzo e che intriga da subito il lettore.
Quanto al rapporto tra i due scrittori, devo dire che questo romanzo mi ha riportato alla mente piuttosto atmosfere e descrizioni alla Simenon (mi viene in mente soprattutto "L'uomo che guardava passare i treni"), che sicuramente non si ritrovano nelle più divertite e disincantate storie raccontate da Vitali.
Probabilmente la somiglianza tra i due in altri romanzi, che sicuramente leggerò, andrà oltre l'ambientazione lacustre e qualche personaggio qua e là (notevole è la vedova Lenormand descritta da Chiara!).
Per il momento promuovo questo libro con un bel 4/5!
Ho sentito che da questo romanzo è stato tratto un film con Johnny Dorelli e Carol Bouquet, che mi piacerebbe gustarmi dopo la lettura!:wink:
Durante la permanenza in Francia, in effetti, egli si troverà suo malgrado coinvolto in una serie di avventure e di equivoci che prendono corpo pagina dopo pagina, mirabilmente assemblati dall'autore.
Ho mantenuto la trama di questo libro volutamente generica, perchè penso sia meglio assaporarla da soli pian piano, gustandosi le atmosfere, sia della Parigi autunnale, sia della vita di paese sullo sfondo lacustre, i colpi di scena, i tasselli che gradatamente vanno a ricomporre il puzzle.
Devo dire che il mio approccio con l'opera di Chiara è stato innegabilmente determinato dai continui accostamenti tra questo autore ed il contemporaneo Andrea Vitali, di cui sto pian piano completando la bibliografia, e posso valutarlo positivamente.
Ho trovato la scrittura di Chiara avvolgente e calda, capace di evocare, almeno in questo libro, soprattutto la malinconia dei luoghi e delle esperienze passate del protagonista, ma non per questo noiosa. L'autore riesce infatti a delineare dal nulla un mistero che viene poi dipanato nel corso del romanzo e che intriga da subito il lettore.
Quanto al rapporto tra i due scrittori, devo dire che questo romanzo mi ha riportato alla mente piuttosto atmosfere e descrizioni alla Simenon (mi viene in mente soprattutto "L'uomo che guardava passare i treni"), che sicuramente non si ritrovano nelle più divertite e disincantate storie raccontate da Vitali.
Probabilmente la somiglianza tra i due in altri romanzi, che sicuramente leggerò, andrà oltre l'ambientazione lacustre e qualche personaggio qua e là (notevole è la vedova Lenormand descritta da Chiara!).
Per il momento promuovo questo libro con un bel 4/5!
Ho sentito che da questo romanzo è stato tratto un film con Johnny Dorelli e Carol Bouquet, che mi piacerebbe gustarmi dopo la lettura!:wink: