Baldassarre Embriaco
Sud e magia
Quando ero adolescente, anche a me piaceva Leopardi, poi si cresce e si preferisce Pascoli e Manzoni, ma è stato bello tornare a quel periodo.
D’Avenia scrive davvero bene, invidia nei suoi confronti. La storia si svolge in 200 giorni, un anno scolastico. I professori una razza in via d’estinzione, che gli studenti sperano si estingua al più presto. Ma l’autore sfugge a una facile critica dei problemi della scuola. Leo è un adolescente come tanti, motorino, lettore, rimorchio il sabato, partite di calcetto, la scuola non è una sua priorità. Poi si innamora di Beatrice e le prospettive cambiano. Quando colei che a lui solo par donna si ammala, inizia la crescita dell’adolescente.
Davvero un bel libro.
L’ho comprato perché mi piaceva moltissimo la copertina. Adoro i capelli rossi. Mi è piaciuto il titolo. E sebbene l’argomento adolescenti non mi interessa in questo periodo, due elementi su tre erano per l’acquisto e perciò l’ho comprato. Davvero un bel libro, non rimpiango i quindici euro spesi.
Avercelo avuto un insegnante di latino come D’Avenia, a quest’ora leggerei Tacito senza vocabolario.
D’Avenia scrive davvero bene, invidia nei suoi confronti. La storia si svolge in 200 giorni, un anno scolastico. I professori una razza in via d’estinzione, che gli studenti sperano si estingua al più presto. Ma l’autore sfugge a una facile critica dei problemi della scuola. Leo è un adolescente come tanti, motorino, lettore, rimorchio il sabato, partite di calcetto, la scuola non è una sua priorità. Poi si innamora di Beatrice e le prospettive cambiano. Quando colei che a lui solo par donna si ammala, inizia la crescita dell’adolescente.
Davvero un bel libro.
L’ho comprato perché mi piaceva moltissimo la copertina. Adoro i capelli rossi. Mi è piaciuto il titolo. E sebbene l’argomento adolescenti non mi interessa in questo periodo, due elementi su tre erano per l’acquisto e perciò l’ho comprato. Davvero un bel libro, non rimpiango i quindici euro spesi.
Avercelo avuto un insegnante di latino come D’Avenia, a quest’ora leggerei Tacito senza vocabolario.