risus
New member
1912, in una città sull'Oceano Indiano, in piena era coloniale...
Una ricca signora europea si rivolge ad un medico di campagna,
lontano dalla città e dagli ambienti borghesi, sconosciuto, mai visto prima, anche
egli "bianco", europeo...
La donna chiede le cure del medico, quasi le pretende... e il dottore è giustamente
pronto a mettere la sua scienza a disposizione... ma non può farlo perchè è
egli stesso ammalato, colpito improvvisamente dall' amok!!!!
Guardate un po' cosa ho scovato... una piccola perla... ma proprio piccola piccola...:wink::wink:
Come al solito libricino di 100 pagine, ma di una profondità straordinaria!!! e travolgente, aggiungerei!!!
La storia viene riportata in prima persona dall'autore che racconta il suo incontro col
medico protagonista avvenuta sulla nave che riportava entrambi dalle Indie in Europa.
Il libro è dunque un ininterrotto dialogo tra i due... o meglio un lungo e delirante
monologo del medico, una confessione che non ha bisogno di repliche, di interlocutori ma
solo di due orecchie che ascoltino.
Abile è Zweig nel delineare la figura di questo medico divorato da una febbrile passione,
sprofondato in una solitudine irreversibile, annientato dai suoi tanti conti in sospeso con la professione, con la giustizia, con la vita... abile è l'autore nel descrivere un uomo colpito dall' amok... :OO:OO
Ve lo consiglio vivamente, una lettura che coinvolge sicuramente, un libro scritto per bene... non conoscevo questo scrittore viennese degli inizi del '900, merita una rilettura
(d'altra parte la sua bibliografia è abbastanza ricca).
dalla copertina: "Dunque l'amok... sì, l'amok è così: un malese, un uomo molto semplice, assolutamente bonario, si beve il suo intruglio...
se ne sta lì seduto, apatico, indifferente, spento... come me ne stavo io nella mia stanza... e all'improvviso balza in piedi, afferra il pugnale e corre in strada...
corre sparato come una freccia, sempre diritto, senza deflettere... senza sapere dove...
Chi gli si para davanti, essere umano o animale, viene trafitto dal suo kris, e l'orgia di sangue non fa che eccitarlo maggiormente... Mentre corre ha la schiuma alle labbra e urla come un forsennato... ma continua a correre e correre, senza guardare nè a destra nè a sinistra, corre e basta, con il suo urlo acutissimo, con il suo kris insanguinato, in quella rettilineità mostruosa..."
Una ricca signora europea si rivolge ad un medico di campagna,
lontano dalla città e dagli ambienti borghesi, sconosciuto, mai visto prima, anche
egli "bianco", europeo...
La donna chiede le cure del medico, quasi le pretende... e il dottore è giustamente
pronto a mettere la sua scienza a disposizione... ma non può farlo perchè è
egli stesso ammalato, colpito improvvisamente dall' amok!!!!
Guardate un po' cosa ho scovato... una piccola perla... ma proprio piccola piccola...:wink::wink:
Come al solito libricino di 100 pagine, ma di una profondità straordinaria!!! e travolgente, aggiungerei!!!
La storia viene riportata in prima persona dall'autore che racconta il suo incontro col
medico protagonista avvenuta sulla nave che riportava entrambi dalle Indie in Europa.
Il libro è dunque un ininterrotto dialogo tra i due... o meglio un lungo e delirante
monologo del medico, una confessione che non ha bisogno di repliche, di interlocutori ma
solo di due orecchie che ascoltino.
Abile è Zweig nel delineare la figura di questo medico divorato da una febbrile passione,
sprofondato in una solitudine irreversibile, annientato dai suoi tanti conti in sospeso con la professione, con la giustizia, con la vita... abile è l'autore nel descrivere un uomo colpito dall' amok... :OO:OO
Ve lo consiglio vivamente, una lettura che coinvolge sicuramente, un libro scritto per bene... non conoscevo questo scrittore viennese degli inizi del '900, merita una rilettura
(d'altra parte la sua bibliografia è abbastanza ricca).
dalla copertina: "Dunque l'amok... sì, l'amok è così: un malese, un uomo molto semplice, assolutamente bonario, si beve il suo intruglio...
se ne sta lì seduto, apatico, indifferente, spento... come me ne stavo io nella mia stanza... e all'improvviso balza in piedi, afferra il pugnale e corre in strada...
corre sparato come una freccia, sempre diritto, senza deflettere... senza sapere dove...
Chi gli si para davanti, essere umano o animale, viene trafitto dal suo kris, e l'orgia di sangue non fa che eccitarlo maggiormente... Mentre corre ha la schiuma alle labbra e urla come un forsennato... ma continua a correre e correre, senza guardare nè a destra nè a sinistra, corre e basta, con il suo urlo acutissimo, con il suo kris insanguinato, in quella rettilineità mostruosa..."