Dory
Reef Member
E' abbastanza difficile per me scrivere una recensione su questo libro, ma ci provo, speriamo bene... o non troppo male...
Di questo libro, scritto nel 1763, si dice che gettò le basi della moderna legislazione penale. Si dice anche che fu stampato anonimo nel 1764 e che vendette moltissime copie. L'autore vi concentra idee di stampo illuminista, che circolavano all'epoca soprattutto in Francia, sulla società e sulla coscienza civile.
Riprendendo concetti già esposti da alcuni filosofi, quali Voltaire, Hobbes, Locke e soprattutto Rousseau, partendo proprio dal concetto di "contratto sociale", prosegue con la trattazione per linee generali dell'origine e dello scopo delle pene, esaminando poi quelle relative ad una serie di reati e affrontando tematiche molto importanti e fondamentali, allora come oggi, quali la tortura e la pena di morte.
Il libro è scritto in modo abbastanza semplice e scorrevole, spesso sorprendente per la profondità, la lungimiranza e soprattutto per la sua umanità. Quello che mi ha maggiormente colpito sono i passi, di un'attualità sconcertante, in cui parla dell' importanza della 'certezza della pena': "uno dei più grandi freni dei delitti non è la crudeltà della pena ma l'infallibilità di essa".
Notevole anche la parte in cui parla di come prevenire i delitti e dell'importanza dell'educazione.
Di questo libro, scritto nel 1763, si dice che gettò le basi della moderna legislazione penale. Si dice anche che fu stampato anonimo nel 1764 e che vendette moltissime copie. L'autore vi concentra idee di stampo illuminista, che circolavano all'epoca soprattutto in Francia, sulla società e sulla coscienza civile.
Riprendendo concetti già esposti da alcuni filosofi, quali Voltaire, Hobbes, Locke e soprattutto Rousseau, partendo proprio dal concetto di "contratto sociale", prosegue con la trattazione per linee generali dell'origine e dello scopo delle pene, esaminando poi quelle relative ad una serie di reati e affrontando tematiche molto importanti e fondamentali, allora come oggi, quali la tortura e la pena di morte.
Il libro è scritto in modo abbastanza semplice e scorrevole, spesso sorprendente per la profondità, la lungimiranza e soprattutto per la sua umanità. Quello che mi ha maggiormente colpito sono i passi, di un'attualità sconcertante, in cui parla dell' importanza della 'certezza della pena': "uno dei più grandi freni dei delitti non è la crudeltà della pena ma l'infallibilità di essa".
Notevole anche la parte in cui parla di come prevenire i delitti e dell'importanza dell'educazione.