elena
aunt member
Se partecipassi oggi a discussioni tipo I cento libri più belli di Forumlibri …....sicuramente non mancherei di menzionare quest'opera della Yourcenar.
Non so bene se poterlo definire “romanzo storico”: sicuramente la ricostruzione della vita di questo imperatore è molto accurata, frutto di una vita (quasi un trentennio) di ricerche, analisi di documenti ma anche sopralluoghi in alcune delle zone dove egli ha vissuto o soggiornato . Il risultato è uno splendido ritratto di un raffinato personaggio, colto, intraprendente, interessato a culture e religioni diverse, grande viaggiatore e prolifico architetto.
Ma il valore di questo testo, a mio parere, risiede soprattutto nell'attenzione che l'autrice presta alla figura di Adriano come uomo; attraverso l'espediente letterario dell'autobiografia, la Yourcenar si concede il lusso di penetrare nei pensieri dell'imperatore, esplicitati al giovane Marc'Aurelio sotto forma epistolare e senza alcun intento autocelebrativo.
Emergono così tutti i tormenti, le passioni, i dubbi, le speranze di un uomo del II secondo secolo d.c. (ma che potrebbero riferirsi ad un qualsiasi individuo dei nostri tempi) che vive in perenne bilico tra bene e male, ragione o sentimento, intelligenza e destino.
La parte dedicata all'amore per il giovane Antinoo toccano punti di alto lirismo: l'autrice consente all'imperatore di poter esprimere, senza falsi pudori o remore, un amore immenso, coinvolgente e sconvolgente, fatto di esaltazione delle piccole e grandi cose che caratterizzano la quotidianità con il vero compagno di vita; e con la stessa libertà, Adriano manifesta il suo totale annichilimento a seguito della morte dell'amante, non vergognandosi di piangere in pubblico o di mostrarsi spezzato da questo evento.
Un romanzo decisamente bello, definito il capolavoro della Yourcenar e, dopo averlo letto, non posso che confermare questo giudizio .
Non so bene se poterlo definire “romanzo storico”: sicuramente la ricostruzione della vita di questo imperatore è molto accurata, frutto di una vita (quasi un trentennio) di ricerche, analisi di documenti ma anche sopralluoghi in alcune delle zone dove egli ha vissuto o soggiornato . Il risultato è uno splendido ritratto di un raffinato personaggio, colto, intraprendente, interessato a culture e religioni diverse, grande viaggiatore e prolifico architetto.
Ma il valore di questo testo, a mio parere, risiede soprattutto nell'attenzione che l'autrice presta alla figura di Adriano come uomo; attraverso l'espediente letterario dell'autobiografia, la Yourcenar si concede il lusso di penetrare nei pensieri dell'imperatore, esplicitati al giovane Marc'Aurelio sotto forma epistolare e senza alcun intento autocelebrativo.
Emergono così tutti i tormenti, le passioni, i dubbi, le speranze di un uomo del II secondo secolo d.c. (ma che potrebbero riferirsi ad un qualsiasi individuo dei nostri tempi) che vive in perenne bilico tra bene e male, ragione o sentimento, intelligenza e destino.
La parte dedicata all'amore per il giovane Antinoo toccano punti di alto lirismo: l'autrice consente all'imperatore di poter esprimere, senza falsi pudori o remore, un amore immenso, coinvolgente e sconvolgente, fatto di esaltazione delle piccole e grandi cose che caratterizzano la quotidianità con il vero compagno di vita; e con la stessa libertà, Adriano manifesta il suo totale annichilimento a seguito della morte dell'amante, non vergognandosi di piangere in pubblico o di mostrarsi spezzato da questo evento.
Un romanzo decisamente bello, definito il capolavoro della Yourcenar e, dopo averlo letto, non posso che confermare questo giudizio .