nicole
b
Satira in prosa contro la Chiesa di Roma e i dissidenti: la narrazione, in forma allegorica, racconta di un padre che, alla sua morte, lascia in eredità ai figli Pietro, Martino e Giacomo (rispettivamente la Chiesa cattolica, quella anglicana e i protestanti dissidenti) un mantello (le Scritture o la verità cristiana), con istruzioni specifiche sul modo di portarlo e custodirlo, e di come i tre fratelli disobbediscano al volere del padre modificando il mantello. Benché siano Pietro e Giacomo a essere attaccati, anche Martino appare comunque vulnerabile e la satira diviene un'irriverente parodia dell'intera storia della Chiesa cristiana.
Scritta intorno al 1696 e pubblicata nel 1704 insieme con la Battaglia dei libri. Nella prefazione viene spiegato il titolo, derivante dall'uso dei marinai, quando incontrano una balena di lanciarle una botte vuota per distrarla dall'attaccare la nave: così questa satira vorrebbe distrarre il Leviatano di Thomas Hobbes e gl'ingegni dell'epoca dall'assalire i lati deboli della religione e del governo. Segue la storia di un padre che lascia a ciascuno dei suoi tre figli, Pietro (Peter), Martino (Martin) e Gianni (Jack) - rappresentanti rispettivamente la Chiesa romana, la Chiesa anglicana e i dissidenti -, un pastrano, ordinando che a nessun prezzo lo alterino. I figli a poco a poco disobbediscono all'ingiunzione paterna, e Pietro trova scuse per coprire l'abito di fronzoli, Martino (trasparente allusione a Martin Lutero) per privarlo d'ogni aggiunta non necessaria, Gianni (cioè Giovanni Calvino) per ridurlo a brandelli nella sua smania di purificarlo. Finalmente Martino e Gianni leticano col prepotente Pietro, poi tra loro, e si separano. La satira dello Swift, specialmente violenta contro Pietro, non risparmia neppure Martino, rappresentante della Chiesa a cui lo scrittore apparteneva.
La narrazione è interrotta da digressioni allo scopo di parodiare gli scrittori eruditi e polemici; l'opera, una delle cose più argute dello Swift, fornirà innumerevoli spunti agli scettici per tutto il corso del Settecento.
La satira mise lo Swift in cattiva luce presso la regina Anna, e fu la principale cagione della sua mancata promozione al vescovato. (p. s. ma non credo che questo gli era dispiacuto poi tanto...)
"Buon Dio, che genio avevo quando ho scritto questo libro!" (Swift).
"Genio grande, magnifico, meravigliosamente vivace e abbagliante e forte, atto a intendere, a capire, a vedere, a sfolgorare contro la menzogna e a incenerirla e disperderla, a penetrare i moventi nascosti e a mettere in mostra gli oscuri pensieri degli uomini; uno spirito tremendo e malvagio." (Thackeray).
"Compendio della verità e della scienza, questo racconto è una satira di ogni scienza e di ogni verità." (Taine)
"Meraviglioso, mi ha lasciato senza parole... da leggere, assolutamente." (nicole)
Scritta intorno al 1696 e pubblicata nel 1704 insieme con la Battaglia dei libri. Nella prefazione viene spiegato il titolo, derivante dall'uso dei marinai, quando incontrano una balena di lanciarle una botte vuota per distrarla dall'attaccare la nave: così questa satira vorrebbe distrarre il Leviatano di Thomas Hobbes e gl'ingegni dell'epoca dall'assalire i lati deboli della religione e del governo. Segue la storia di un padre che lascia a ciascuno dei suoi tre figli, Pietro (Peter), Martino (Martin) e Gianni (Jack) - rappresentanti rispettivamente la Chiesa romana, la Chiesa anglicana e i dissidenti -, un pastrano, ordinando che a nessun prezzo lo alterino. I figli a poco a poco disobbediscono all'ingiunzione paterna, e Pietro trova scuse per coprire l'abito di fronzoli, Martino (trasparente allusione a Martin Lutero) per privarlo d'ogni aggiunta non necessaria, Gianni (cioè Giovanni Calvino) per ridurlo a brandelli nella sua smania di purificarlo. Finalmente Martino e Gianni leticano col prepotente Pietro, poi tra loro, e si separano. La satira dello Swift, specialmente violenta contro Pietro, non risparmia neppure Martino, rappresentante della Chiesa a cui lo scrittore apparteneva.
La narrazione è interrotta da digressioni allo scopo di parodiare gli scrittori eruditi e polemici; l'opera, una delle cose più argute dello Swift, fornirà innumerevoli spunti agli scettici per tutto il corso del Settecento.
La satira mise lo Swift in cattiva luce presso la regina Anna, e fu la principale cagione della sua mancata promozione al vescovato. (p. s. ma non credo che questo gli era dispiacuto poi tanto...)
"Buon Dio, che genio avevo quando ho scritto questo libro!" (Swift).
"Genio grande, magnifico, meravigliosamente vivace e abbagliante e forte, atto a intendere, a capire, a vedere, a sfolgorare contro la menzogna e a incenerirla e disperderla, a penetrare i moventi nascosti e a mettere in mostra gli oscuri pensieri degli uomini; uno spirito tremendo e malvagio." (Thackeray).
"Compendio della verità e della scienza, questo racconto è una satira di ogni scienza e di ogni verità." (Taine)
"Meraviglioso, mi ha lasciato senza parole... da leggere, assolutamente." (nicole)