mariangela rossi
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La vita di Gesù narrata dal punto di vista di Gesù, figlio di un uomo Giuseppe e di una donna Maria, in un mondo permeato dalla religione giudaica, fortemente legato alle sacre regole del Tempio, mondo di persone umili che accettano la parola di Dio senza mai metterla in discussione, così per generazioni.La donna non ha alcun potere nell'ambito familiare e la stessa Maria, sposa di Giuseppe, vive la sua vita matrimoniale come un dovere da accettare senza emozioni e partecipazione, prepara il misero cibo poi lo offre al marito e aspetta in piedi che lui finisca di mangiare per poi consumare anche lei il pasto.
La vita scorre senza grossi aneliti, il dialogo tra lei e giuseppe è quasi nullo, Maria non può parlare prima di Giuseppe e spesso si astiene dal proferire parola anche quando ne avvertirebbe la necessità.
Il romanzo, a carattere storico, si svolge con un ritmo nuovo e inaspettato, i dialoghi sono sciolti e mai sottolineati da punteggiatura, solo la lettera grande all'inizio di una frase,in mezzo ad un periodo, fa capire che il personaggio sta parlando. Se dapprima questo metodo lascia perplessi, poi la scioltezza del periodo, lo fanno apparire del tutto naturale e piacevole.
La vita di Gesù è la storia dell'uomo che vive in una realtà ostile, soggetto alle leggi inesorabili del bene e del male, il Dio padre è lontano, vanesio, crudele e indifferente alle sofferenze, ai patimenti di chi dovrebbe essere suo figlio.
Un Dio che non esiste se non nell'immaginario collettivo, un Dio inspiegabile che vuole solo ingrandire la sua potenza sulla terrra e a tal scopo sacrifica tutto, uomini, generazioni di uomini futuri,assetato del sangue dei sacrifici fatti in suo nome e gloria.
Gesù è l'uomo, l'uomo di tutti i tempi,solo davanti al mistero della vita, sofferente del dolore dell'umanità intera, sofferente senza sapere il perchè, si pone davanti a Dio e alla fine dopo averlo giudicato crudele e senza sentimenti, solo, in balìa di una forza distruttrice, combatte per salvare gli uomini da tanto male, sacrifica se stesso per proteggere le future generazioni ma Dio è più forte e il suo destino ormai segnato!
Dio è il personaggio più difficile del romanzo, la sua indole perversa lo allontana da ogni idea religiosa, rappresenta quasi quello che la Chiesa cattolica ha voluto fare di lui come essere supremo, il Dio descritto da Saramago è un demonio del male, in lui convergono tutti i mali della chiesa, lui non è Dio è la mente diabolica della santa romana chiesa.
La vita scorre senza grossi aneliti, il dialogo tra lei e giuseppe è quasi nullo, Maria non può parlare prima di Giuseppe e spesso si astiene dal proferire parola anche quando ne avvertirebbe la necessità.
Il romanzo, a carattere storico, si svolge con un ritmo nuovo e inaspettato, i dialoghi sono sciolti e mai sottolineati da punteggiatura, solo la lettera grande all'inizio di una frase,in mezzo ad un periodo, fa capire che il personaggio sta parlando. Se dapprima questo metodo lascia perplessi, poi la scioltezza del periodo, lo fanno apparire del tutto naturale e piacevole.
La vita di Gesù è la storia dell'uomo che vive in una realtà ostile, soggetto alle leggi inesorabili del bene e del male, il Dio padre è lontano, vanesio, crudele e indifferente alle sofferenze, ai patimenti di chi dovrebbe essere suo figlio.
Un Dio che non esiste se non nell'immaginario collettivo, un Dio inspiegabile che vuole solo ingrandire la sua potenza sulla terrra e a tal scopo sacrifica tutto, uomini, generazioni di uomini futuri,assetato del sangue dei sacrifici fatti in suo nome e gloria.
Gesù è l'uomo, l'uomo di tutti i tempi,solo davanti al mistero della vita, sofferente del dolore dell'umanità intera, sofferente senza sapere il perchè, si pone davanti a Dio e alla fine dopo averlo giudicato crudele e senza sentimenti, solo, in balìa di una forza distruttrice, combatte per salvare gli uomini da tanto male, sacrifica se stesso per proteggere le future generazioni ma Dio è più forte e il suo destino ormai segnato!
Dio è il personaggio più difficile del romanzo, la sua indole perversa lo allontana da ogni idea religiosa, rappresenta quasi quello che la Chiesa cattolica ha voluto fare di lui come essere supremo, il Dio descritto da Saramago è un demonio del male, in lui convergono tutti i mali della chiesa, lui non è Dio è la mente diabolica della santa romana chiesa.
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