A volte il destino di un libro nella percezione generale è condizionato dal fatto che rientri nella rosa delle letture scolastiche obbligatorie; questa raccolta di racconti di Calvino viene di solito considerata adatta alle scuole medie oppure al biennio. Insomma, viene considerata "facile".
E invece è tutt'altro: è un'opera sperimentale, che precede le più ardite sperimentazioni del Calvino degli ultimi anni, quello della narrativa combinatoria.
Qui invece domina il puro gioco della fantasia, ma una fantasia disciplinata da più fattori: a) ogni racconto ha una rigorosa premessa scientifica, ovvero sviluppa i "se" e i "quando" generati nell'autore dalla lettura di saggi scientifici sulle origini del mondo e i primi, remotissimi stadi della vita nell'universo; b) Calvino si interessa in questi anni delle teorie dei segni, e in fatti una parte dei racconti, dietro l'apparenza dell'assurdo, esplora i meccanismi della comunicazione: ovvero, come nasce l'esigenza di comunicare quando ancora non esiste un linguaggio e quando, essendo la stessa nozione di individuo ancora molto al di là da venire, non c'è ancora niente da comunicare? (E' questo ad esempio l'argomento del racconto "Un segno nello spazio").
Ma c'è di più: le Cosmicomiche, in onore al loro nome, fanno ridere: il vecchio Qfwfw, che attraversa imperterrito ere geologiche, tutte rigorosamente precedenti la nostra di qualche centinaio di milioni di anni, ha uno sguardo disincantato e ironico sulla realtà, che gli consente anche di formulare una satira implicita dei nostri tempi: così sono ancora fin troppo d'attualitài pregiudizi che gli abitanti di un buco nero hanno nei confronti della famiglia degli Z'zu, chiassosi e pieni di figli, che, pur non potendo essere di nessun altro posto (perchè un altro posto non esiste), sono comunque considerati forestieri ("Tutto in un punto").
Ma, consoliamoci, "quando uno è giovane, ha davanti a sé l'evoluzione intera con tutte le vie aperte": speriamo dunque nei prossimi cento milioni di anni ....
E invece è tutt'altro: è un'opera sperimentale, che precede le più ardite sperimentazioni del Calvino degli ultimi anni, quello della narrativa combinatoria.
Qui invece domina il puro gioco della fantasia, ma una fantasia disciplinata da più fattori: a) ogni racconto ha una rigorosa premessa scientifica, ovvero sviluppa i "se" e i "quando" generati nell'autore dalla lettura di saggi scientifici sulle origini del mondo e i primi, remotissimi stadi della vita nell'universo; b) Calvino si interessa in questi anni delle teorie dei segni, e in fatti una parte dei racconti, dietro l'apparenza dell'assurdo, esplora i meccanismi della comunicazione: ovvero, come nasce l'esigenza di comunicare quando ancora non esiste un linguaggio e quando, essendo la stessa nozione di individuo ancora molto al di là da venire, non c'è ancora niente da comunicare? (E' questo ad esempio l'argomento del racconto "Un segno nello spazio").
Ma c'è di più: le Cosmicomiche, in onore al loro nome, fanno ridere: il vecchio Qfwfw, che attraversa imperterrito ere geologiche, tutte rigorosamente precedenti la nostra di qualche centinaio di milioni di anni, ha uno sguardo disincantato e ironico sulla realtà, che gli consente anche di formulare una satira implicita dei nostri tempi: così sono ancora fin troppo d'attualitài pregiudizi che gli abitanti di un buco nero hanno nei confronti della famiglia degli Z'zu, chiassosi e pieni di figli, che, pur non potendo essere di nessun altro posto (perchè un altro posto non esiste), sono comunque considerati forestieri ("Tutto in un punto").
Ma, consoliamoci, "quando uno è giovane, ha davanti a sé l'evoluzione intera con tutte le vie aperte": speriamo dunque nei prossimi cento milioni di anni ....