Ero partito molto prevenuto perchè tutto quel parlare delle culture asiatiche e quell’aria da santone, visti i miei pregiudizi, mi buttavano indietro.
Poi a forza di leggerne bene, soprattutto da parte di Ayuthaya, ho deciso di fare una prova col libro della Cina perchè un minimo ho toccato con mano e poi perchè nella copertina appariva senza la barba bianca.
Dopo venti pagine – alla faccia dei miei pregiudizi - sono tornato in libreria e ho preso altri due libri che mi sto accingendo a leggere.
E’ un libro scritto in maniera talmente semplice e chiara, che è come bere un bicchier d’acqua, nonostante si trattino argomenti abbastanza spessi.
L’argomento è la Cina dei primi anni 80 reduce di 4.000 anni di storia cancellati dalla rivoluzione maoista prima e da quella culturale poi, col risultato che non resta un tempio, un castello, una statua, una biblioteca, un bel niente del tempo che fu, solo sassi che adesso (cioè nei primi anni 80) il governo di Deng Xiaoping cerca di rimettere un po’ in sesto per attirare turisti che gli lascino i dollari.
Oltre a non restare nulla della cultura, non resta nulla nemmeno dell’economia rasa più volte al suolo.
Non restano nemmeno i cani, i gatti, gli uccelli, nulla, tutti sterminati perchè improduttivi, borghesi, lussi inutili da mangiarsi prima che possano mangiare a sbafo qualcosa.
Tutto questo parlar male della Cina ovviamente non gli porta bene, e infatti gli sbirri lo acchiappano, lo tengono un po’ in cella e poi ce lo rispediscono.
Peccato sia stato scritto prima di Tienanmenn: chissà cos’altro avrebbe potuto aggiungere!
Sarà che a me una presunta cultura che in 4.000 anni non è riuscita a mettere insieme 5 minuti di democrazia non mi pare meritevole di essere considerata tale, ma onestamente io non so chi glielo abbia fatto fare di imparare il cinese e andare a vivere là con moglie e figli; io me ne sarei stato nella sua Firenze che oltre che più bella, si mangia e beve mille volte meglio.
Comunque un bellissimo libro che merita di essere comprato, letto, regalato e di passare ad altri dell’autore.