Questo "grande" romanzo dell'800 inizia con un funerale, quello della principessa di casa Uzeda, famiglia discendente dei Viceré spagnoli, la più ricca e importante di Catania. Faranno seguito gli avvenimenti dei successivi 30 anni, dal 1850 al 1880 circa, in cui gli Uzeda e tutti quelli che in un modo o nell'altro fanno parte della famiglia intrecceranno il loro destino a quello della nascente Italia. Gli appartenenti alla famiglia Uzeda vengono tutti descritti da De Roberto come "avari, fatui, feroci, smaniosi di primeggiare, maniaci, vili fino alla demenza, bugiardi, neghittosi e prepotenti", e le vicende che li vedono protagonisti sono anche quelle che permettono loro prima di comandare sulle loro terre, poi di governare sulla città e infine di rappresentare la Sicilia al giovane parlamento italiano. De Roberto affonda lo spirito critico creando un romanzo a volte grottesco ma sempre coinvolgente ed interessante, mettendo a nudo le vere motivazioni dell'impegno politico e sociale delle famiglie nobiliari. Si comprende meglio l'Italia di oggi leggendo questo romanzo, che pur nel suo determinismo è un'opera di grande spessore e qualità. Consigliato, perchè pur essendo un libro impegnativo regala un pezzo di storia ancor oggi molto attuale e una chiave di lettura sul nascente spirito politico italiano.