~ Briseide
Victorian Lady
TRAMA.
Henry Chinasky, abituale alter ego di Bukowski e protagonista in prima persona di questo romanzo, ha deciso di lavorare come postino. Superati non senza affanno i test d'ammissione, si ritrova con la borsa di cuoio sulle spalle a girare in lungo e in largo per la periferia di Los Angeles. Perennemente in ritardo, vessato dal capufficio e insofferente ai regolamenti, si scontra ben presto con la rigida e burocratica macchina organizzativa. Tra sbronze e scommese all'ippodromo, Chinasky trova il tempo per vivere una degradante storia d'amore con Betty, per sposare una texana ricca e ninfomane da cui verrà abbandonato e infine per licenziarsi.
Ho cominciato questo libro con un notevole accenno di delusione. Non mi piaceva, non ingranava. Passato lo scoglio delle prime 20 pagine è scivolato giù una bellezza ed ha riguadagnato terreno. Non è comunque lo stile narrativo che preferisco; però è doveroso sottolineare il grande realismo della narrazione, con cui viene dipinta la sconclusionalità del protagonista e la sua forte caratterizzazione grottesca ed irrisoria, la veridicità delle descrizioni del mondo lavorativo e del suo standard organizzativo.
Mi ha colpito molto la mancanza quasi assoluta nel tracciare il quadro emotivo del protagonista. Un uomo eccessivo, sgregolato, malandato, gretto... ma sì, visibilmente ed innegabilmente antropico.
Henry Chinasky, abituale alter ego di Bukowski e protagonista in prima persona di questo romanzo, ha deciso di lavorare come postino. Superati non senza affanno i test d'ammissione, si ritrova con la borsa di cuoio sulle spalle a girare in lungo e in largo per la periferia di Los Angeles. Perennemente in ritardo, vessato dal capufficio e insofferente ai regolamenti, si scontra ben presto con la rigida e burocratica macchina organizzativa. Tra sbronze e scommese all'ippodromo, Chinasky trova il tempo per vivere una degradante storia d'amore con Betty, per sposare una texana ricca e ninfomane da cui verrà abbandonato e infine per licenziarsi.
Ho cominciato questo libro con un notevole accenno di delusione. Non mi piaceva, non ingranava. Passato lo scoglio delle prime 20 pagine è scivolato giù una bellezza ed ha riguadagnato terreno. Non è comunque lo stile narrativo che preferisco; però è doveroso sottolineare il grande realismo della narrazione, con cui viene dipinta la sconclusionalità del protagonista e la sua forte caratterizzazione grottesca ed irrisoria, la veridicità delle descrizioni del mondo lavorativo e del suo standard organizzativo.
Mi ha colpito molto la mancanza quasi assoluta nel tracciare il quadro emotivo del protagonista. Un uomo eccessivo, sgregolato, malandato, gretto... ma sì, visibilmente ed innegabilmente antropico.