meri,posso rimandarti a questa recensione che mi pare circostanziata sul libro
http://simonenavarra.blogspot.com/2007/04/mattatoio-n5-o-la-crociata-dei-bambini.html
La trama: Ecco, fosse facile. Il romanzo è parzialmente autobiografico, anche se l'autore non è il proragonista della storia visto che lo incontriamo come semplice comparsa in un passaggio del libro. Insomma c'è questo protagonista che partecipa alla Seconda Guerra Mondiale, viene arrestato dai tedeschi e finisce in un campo di prigionia per poi assistere al bombardamento che rase al suolo Dresda uccidendo trecentomila persone.
L'aspetto che caratterizza il libro è che il protagonista viaggia continuamente avanti e indietro in vari momenti della sua vita (non si tratta di ricordi, ma di veri viaggi nel tempo), viene rapito dagli alieni che lo espongono in una specie di zoo (!!), è l'unico superstite di un disastro aereo (o così mi pare di ricordare) e chi più ne ha più ne metta.
Recensione: Mattatoio numero cinque non è un vero romanzo di fantascienza, ma un libro di guerra travestito da romanzo di fantascienza. Kurt Vonnegut (ma lo scriverò bene almeno io?) ha detto che, dovendo parlare di un avvenimento così drammatico come il bombardamento di Dresda, non sarebbe riuscito a farlo in altro modo se non in questa maniera surreale con continui riferimenti fantascientifici.
Ecco allora nascere questo strano accostamento tra l'assurdo letterario (ad esempio gli alieni che osservano per anni il protagonista rapito e tenuto nudo sotto una cupola di cristallo) e l'assurdo storico della guerra, fatta di bombardamenti, deportazioni e campi di concentramento.
Il risultato è un testo certamente diverso da tanti altri libri che trattano gli stessi argomenti. Impossibile dire se valga più o meno di molteplici altre testimonianze della guerra che troviamo in letteratura. Sicuramente però è un testo che non può lasciare indifferenti, e in grado di ricordarci ancora una volta come attraverso gli occhi della fantascienza sia possibile discutere e analizzare la realtà del tempo in cui viviamo.
Perché non me lo pubblicherebbero: Il libro inizia ai giorni nostri (o quasi) per poi catapultarci nel mezzo della guerra e successivamente portarci lontano nello spazio, e poi ancora chissà dove. Non c'è un vero filo conduttore in questi salti spazio-temporali, ma solo un repentino cambio di ambientazione che ci conduce da un posto all'altro attraverso le diverse esperienze del protagonista.
Qualcuno potrebbe dire che il libro di Vonnegut è un'opera d'arte, e come tale vada apprezzata per il messaggio che vuole trasmettere. Un editore direbbe invece che saltare di palo in frasca senza una particolare ragione apparente è un errore, perché di solito gli altri libri non sono scritti così per cui farlo è sbagliato, a priori e senza possibilità di appello.
La Seconda Guerra Mondiale, poi, è un argomento troppo poco fantasioso per un romanzo che vuole essere di fantascienza. Bisogna necessariamente aggiungere robot senzienti, bombardamenti spaziali e - cosa fondamentale - almeno un personaggio con la spada laser che cambia colore a seconda che sia buono o cattivo.
Cosa abbiamo imparato: Se volete uscire dal seminato e non seguire pedissequamente le regole della narrativa, fatelo col vostro SECONDO romanzo