" La città storica, il distretto geografico, la residenza coatta degli esiliati politici. La mia Vologda è la quarta".
La grande Vologda è un'opera autobiografica di uno dei più grandi scrittori russi dell'epoca sovietica.
I racconti di Kolyma, ad esempio, che ho letto, nulla hanno da invidiare ai capolavori dell'800 russo.
Autore colpevolmente poco conosciuto da noi, per motivi che sicuramente non sono di tipo letterario, in quanto anche in questo libro che parla della sua giovinezza a Vologda, città del nord, Salamov conferma la sua grande capacità di descrivere la realtà storica e personale che vive, facendola vivere anche a noi lettori, dando spessore e dimensione alle persone, alle situazioni, agli ambienti.
Mentre leggiamo sembra di essere a Vologda, durante la rivoluzione di Ottobre, oppure a casa dei Salamov, in uno dei loro pranzi domenicali, o a pesca con il fratello, o durante una conferenza tra oratori nei teatri di Mosca, o in udienza da uno dei tanti burocrati che avevano potere di vita o di morte.
La scrittura di Salamov rende i colori, gli odori, i sapori, ma nello stesso tempo è universale, senza mai essere retorica, anzi lasciando a noi di esprimere un giudizio, un'osservazione, un pensiero.
Mescolando avvenimenti privati a quelli pubblici, storie personali alla Storia, pensieri e opinioni sulla letteratura, sulla politica e sulla religione, Salamov riesce a parlarci di sè e dello spirito dell'epoca, in fermento, dove il grande desiderio di libertà si trasformerà in oppressione e morte durante lo stalinismo.
Da leggere dopo I racconti di Kolyma, ma da leggere assolutamente.
La grande Vologda è un'opera autobiografica di uno dei più grandi scrittori russi dell'epoca sovietica.
I racconti di Kolyma, ad esempio, che ho letto, nulla hanno da invidiare ai capolavori dell'800 russo.
Autore colpevolmente poco conosciuto da noi, per motivi che sicuramente non sono di tipo letterario, in quanto anche in questo libro che parla della sua giovinezza a Vologda, città del nord, Salamov conferma la sua grande capacità di descrivere la realtà storica e personale che vive, facendola vivere anche a noi lettori, dando spessore e dimensione alle persone, alle situazioni, agli ambienti.
Mentre leggiamo sembra di essere a Vologda, durante la rivoluzione di Ottobre, oppure a casa dei Salamov, in uno dei loro pranzi domenicali, o a pesca con il fratello, o durante una conferenza tra oratori nei teatri di Mosca, o in udienza da uno dei tanti burocrati che avevano potere di vita o di morte.
La scrittura di Salamov rende i colori, gli odori, i sapori, ma nello stesso tempo è universale, senza mai essere retorica, anzi lasciando a noi di esprimere un giudizio, un'osservazione, un pensiero.
Mescolando avvenimenti privati a quelli pubblici, storie personali alla Storia, pensieri e opinioni sulla letteratura, sulla politica e sulla religione, Salamov riesce a parlarci di sè e dello spirito dell'epoca, in fermento, dove il grande desiderio di libertà si trasformerà in oppressione e morte durante lo stalinismo.
Da leggere dopo I racconti di Kolyma, ma da leggere assolutamente.