Recensione dalla copertina:
"E' un libro che vorrei consigliare a tutti: medici e malati, lettori di romanzi e di poesia, cultori di psicologia e di metafisica, vagabondi e sedentari, realisti e fantastici. La prima musa di Sacks è la meraviglia per la molteplicità dell'universo." (Pietro Citati)
Commento:
Capitolo I: L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
“Ma chi era più tragico, chi era maggiormente anima perduta: l'uomo che sapeva o l'uomo che non sapeva?”
“Perché tra le forze della patologia e quelle della creazione c'è spesso una lotta, e talvolta, cosa ancora più interessante, una collusione”.
“E' curioso come la neurologia e la psicologia, pur parlando di un'infinità di altre cose, non parlino quasi mai di “giudizio”; eppure è proprio il venir meno del giudizio che costituisce l'essenza di tanti disordini neuropsicologici.”
“Invece di un'immagine corporea, aveva una musica corporea...”
Dal primo racconto emerge la particolarità di questo libro: dettagli e descrizioni medico-scientifiche si intrecciano in modo quanto meno originale, e direi graditissimo, con riflessioni sulle persone, sul loro essere ed il loro sentire.
Interessantissimo questo primo caso: disfunzioni visive estreme, accompagnate da una grandissima sensibilità musicale ed artistica.
Andando molto al di là dell'aspetto puramente medico, in ogni racconto ci si scopre a riflettere sulle nostre facoltà normali e su cosa comporta perderle in parte. In questo caso il non riconoscere gli altri esseri umani pur guardandoli. Pazzesco come questa persona abbia comunque una sua vita, dei suoi segnali, delle proprie abitudini, che aggirano questo ostacolo mostruoso, e lo portano in altre direzioni.
Capitolo II – Il marinaio perduto
“Si deve incominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. Senza memoria la vita non è vita... - Luis Bunuel -”.
Questo racconto inizia con questa condivisibilissima constatazione, per arrivare alla fine all'esatto, sorprendente contrario:
“Forse siamo qui di fronte ad una lezione filosofica non meno che clinica e cioè che nella sindrome di Korsakov, o nella demenza o in altre catastrofi del genere, per quanto grandi siano il danno organico e la dissoluzione humeana, rimane intatta la possibilità di una reintegrazione attraverso l'arte, la comunione, il contatto con lo spirito umano.”
“Egli è, per così dire, isolato in un singolo momento dell'esistenza, con tutt'intorno un fossato, o lacuna di smemoratezza... E' un uomo senza passato (e senza futuro), bloccato in un attimo sempre diverso e privo di senso.”
“Se un uomo ha perso una gamba, o un occhio, sa di averli persi; ma se ha perso un sé, se stesso, non può saperlo, perché egli non c'è più per saperlo.” Da perderci la testa questo ragionamento!!
Interessanti alcuni fatti, per esempio le difficoltà nel tenere un diario, o l'impossibilità di essere ipnotizzato perché non ricordava ciò che diceva l'ipnotista. Mentre invece pregava con fervore.
“Pensate che ce l'abbia un'anima? - Chiesi alle infermiere.”
“La memoria, l'attività mentale, la sola mente non erano in grado di trattenerlo; ma l'attenzione e l'azione morale ci riuscivano in pieno.”
Straziante la scena ripetuta della moglie che accompagnava l'uomo in clinica dopo periodi a casa, e lui non ricordando che posto fosse di volta in volta, piangeva disperato perché non capiva questo abbandono.
Capitolo III : La disincarnata
Questo episodio è a dir poco sconvolgente: una donna vive una vita pienamente normale e tutto ad un tratto si ritrova incapace di muoversi o assumere posizioni, un'invalida, senza neanche capire di che invalidità si tratti...
Mi ha molto colpita questa considerazione:
“Questa mancanza di sostegno e solidarietà sociali rende ancor più pesante il fardello di Christina: è un'invalida, ma la natura della sua invalidità non è chiara; non è, dopo tutto, palesemente cieca o paralitica, o impedita in modo visibile, e il più delle volte viene trattata come una commediante o un'idiota.”
Non so, mi sono sentita toccata da questo pensiero. Il mondo esterno raramente va oltre le apparenze con i propri giudizi. Non si spinge in là nel cercare di afferrare come una persona stia dentro di sé, se al di fuori sembra tutto ok; molto più comodo e veloce darsi altre spiegazioni, che cercare quelle vere...
Interessante in modo altamente pratico l'informazione sulla vitamina B6 (piridossina) che assunta in grande quantità, specialmente dai fanatici della salute e i “fissati” delle vitamine, può addirittura portare ad una patologia simile. Non lo sapevo proprio.
IX Il discorso del presidente
Ho trovato molto interessante e vera l'osservazione finale: “Noi normali, indubbiamente aiutati dal nostro desiderio di esser menati per il naso, fummo veramente menati per il naso. E così astuta era stata la combinazione di un uso ingannevole delle parole con un tono ingannatore che solo i celebrolesi ne rimasero indenni, e sfuggirono all'inganno.
Nietzsche: “Si può mentire con la bocca, ma con la smorfia che l'accompagna si dice ugualmente la verità”.
Quindi noi normalmente siamo consapevoli di essere ingannati e ci sta bene così? Sto riflettendo molto su questo tema...
Parte seconda – Eccessi
“Il paradosso di una malattia che può presentarsi come uno star bene, come una meravigliosa sensazione di salute e benessere che solo in seguito rivela i suoi potenziali maligni, è una delle tante chimere, inganni e ironie della natura.”
X Ray dai mille tic
“Ho attraversato molti tipi di salute, e continuo a farlo... E quanto alla malattia: non siamo piuttosto tentati di chiederci se potremmo davvero farne a meno? Solo il grande dolore è il liberatore ultimo dello spirito”.
Interessante questo punto di vista. Potrei anche condividere, a patto che poi si giunga alla liberazione della malattia: sì, una volta che si sta meglio, sarà servito il cammino nella malattia a fortificare... quanto al fatto di averne bisogno per sempre, mi tengo i miei numerosi e pesanti dubbi …
XIX Omicidio
Questa storia è davvero pazzesca... Sento nell'anima il dolore del protagonista leggendo, fa rabbrividire... Mi è piaciuta anche questa osservazione: “Occuparmi del giardino mi fa sentire in pace. Non ci sono conflitti. Le piante non hanno un Io. Non possono farti del male dentro.”
XX Le visioni di Hidlegard
Mi è piaciuto ritrovare in questo racconto una citazione del Dosto da I Demoni, che ho appena finito di leggere, e che mi aveva proprio colpita:
“Vi sono momenti, ed è questione di non più di cinque o sei secondi, in cui si avverte la presenza dell'armonia eterna... la cosa terribile è la chiarezza spaventosa con cui essa si manifesta e il rapimento estatico di cui ti colma. Se questo stato durasse più di cinque secondi, l'anima non riuscirebbe a reggerlo e sarebbe costretta a scomparire. In questi cinque secondi io vivo un'intera esistenza umana; per averli darei tutta la mia vita, né lo riterrei un prezzo troppo alto...”.
XXI Rebecca
“Un bambino capisce la Bibbia assai prima di Euclide. Non perché la Bibbia sia più semplice , ma perché è strutturata per simboli e narrazioni.”
Meravigliosa questa similitudine: “Sono come un tappeto, un tappeto vivente. Ho bisogno di un motivo, di un disegno come questo sul suo tappeto. Se non c'è un disegno, vado in pezzi, mi disfo.” Tutti abbiamo bisogno di un disegno per non disfarci, quanto è vero...
XXIII I gemelli
“Il piacere che traiamo dalla musica viene dal contare, ma da un contare inconscio. La musica non è altro che aritmetica inconscia”.
Strabiliante il lavorio mentale di questi cervelli, naturale ed inspiegabile... “Una simile aritmetica, in una mente come quella dei gemelli, potrebbe essere dinamica e quasi viva: ammassi globulari e nebulose di numeri che ruotano e si evolvono in un cielo mentale in continua espansione.
XXIV L'artista autistico
Oltre alle doti artistiche di questo paziente, nel racconto mi ha colpita molto il miglioramento delle sue condizioni di salute in ospedale. “L'ospedale gli fece del bene, forse a questo punto gli salvò la vita.”
Giudizio finale
Voto: 4. Sono molto contenta di aver letto questo libro. Mai mi era capitato di leggere e/o analizzare casi clinici in una chiave tanto umana e completa... Lo scopo del libro, a mio avviso, si sposta dalla mera informazione su casi pazzeschi che si verificano in natura, alla riflessione profonda sul nostro stato di salute. Voglio dire, prendendo atto di queste carenze e sofferenze, si riflette sulla propria vita, e su ciò che si ha e che di solito si dà per scontato.
I temi sono i più disparati e mi hanno portata a pensare molto.
Direi che però verso la fine si avverte una pesantezza in questo libro: la sensazione è: troppi racconti, troppe disgrazie... Una lettura che va secondo me intercalata con altre, e non sorbita tutta d'un fiato.