Handreaar
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Le memorie di un cacciatore, scritte negli anni 1847-51, appartengono alla conquiste più alte, più durature e meno discutibili di Turgenev e del realismo russo. Il libro descrive i vari e casuali incontri del narratore durante i suoi vagabondaggi venatori nella sua regione nativa di Bòlchov. I racconti, sono disposti liberamente, non hanno alcuno scheletro narrativo, e non contengono altro che il resoconto di ciò che il narratore vide ed udi. Alcuni, sono puramente descrittivi, d'ambiente o di carattere; altri consistono di conversazioni, a cui il narratore ha partecipato, o che ha ascoltato. Qua e là compare una specie di filo conduttore drammatico, ma questo motivo è solo accennato attraverso le impressioni successive che il narratore ha dei suoi personaggi. Questa assoluta aderenza ai fatti, questo deliberato abbandono di tutto ciò che può apparire artificiale ed artefatto, furono la caratteristica più avvertita del libro alla sua comparsa: rappresentava infatti un nuovo genere. I contadini sono descritti dall'esterno, visti (o intravisti) dal narratore, e non nella loro vita intima e segreta. Essi sono disegnati con una simpatia evidentemente maggiore di quella riservata alle classi superiori. I proprietari sono rappresentati come esseri volgari crudeli e passivi. Nei contadini Turgenev sottolinea la loro umanità, la fantasia, la loro creatività poetica, il senso della dignità, l'inteligenza. In modo quieto, non clamoroso, il libro prospetta al lettore un quadro della servitù della gleba, come qualcosa di profondamente ingiusto e dannoso, e nel clima sociale in cui esse caddero, ebbero l'effetto di una bomba. Dal punto di vista letterario, Le memorie, sono frequentemente, se non sempre al di sopra di ogni lode, con un linguaggio accuratamente scelto, ricco, che evita le parole e frasi crude o giornalistiche. La bellezza del paesaggio è dovuta alla scelta esatta e delicatamente suggestiva e descrittiva delle parole. Non vi è fantasia ornamentale alla maniera di Gògol, non ritmo retorico, non splendide cadenze. Ma la mano di quello che è stato un poeta e un discepolo di poeti, appare evidente nel perfetto, attento e variato equilibrio delle frasi.