Trama:
Lazzaro Santandrea è ancora una volta al centro di una pirotecnica serie di avventure, che lo vedono venire in contatto, successivamente, con tre personaggi di nome Assenzio. Un anziano, un giovane e un bambino. Tutti e tre, nel corso del romanzo, finiscono per sparire in modo misterioso.
Molto divertente ed avvincente! Anche se è il 5, credo, della serie con Lazzaro Santandrea e non ho letto i precendenti, si comprende lo stesso la storia, seppure vengono nominati personaggi già presenti negli altri romanzi (come Pogo il Dritto, la mamma, la nonna.... e altri ancora)
In alcune parti si dilunga troppo ma è comunque piacevole! Sono stata contenta soprattutto di constatare che giocare con le parole è proprio nel suo stile!
Copio la poesia all'inizio del libro:
L'assenza dell'assenzio
è l'arrivo del silenzio.
Ma quando le parole
si uccidono da sole.
L'assenza dell'assenzio
permette al pregiudizio
di perdere ad un tempo
il pelo, il lupo, il vizio.
L'assenza dell'assenzio
è quando la poesia,
sfrattata dal buon senso,
poi deve andare via.
L'assenza dell'assenzio
dà crisi d'astinenza,
la vita non ha senso
perciò puoi farne senza.
L'assenza dell'assenzio
e i giochi sono fatti.
Mi manchi, io ti penso,
mia trippa per i gatti.
L'assenza dell'assenzio
è quando il topo balla
e brinda e sgagna i resti
di bruco e di farfalla.
L'assenza dell'assenzio
fa macabra la danza,
t'illumini d'immenso,
ma buia è la tua stanza.
L'assenza dell'assenzio
è in fondo il funerale
di ciò che nel frattempo
diagnostica il tuo male.
L'assenza dell'assenzio
non bastano i cazzotti
per rompere l'assedio
dei tuoi bicchieri rotti.
L'assenza dell'assenzio,
serrande sui bistot,
e cerchi un grimaldello
per rompere i non so.
L'assenza dell'assenzio
è l'arrivo del silenzio.
Lazzaro Santandrea è ancora una volta al centro di una pirotecnica serie di avventure, che lo vedono venire in contatto, successivamente, con tre personaggi di nome Assenzio. Un anziano, un giovane e un bambino. Tutti e tre, nel corso del romanzo, finiscono per sparire in modo misterioso.
Molto divertente ed avvincente! Anche se è il 5, credo, della serie con Lazzaro Santandrea e non ho letto i precendenti, si comprende lo stesso la storia, seppure vengono nominati personaggi già presenti negli altri romanzi (come Pogo il Dritto, la mamma, la nonna.... e altri ancora)
In alcune parti si dilunga troppo ma è comunque piacevole! Sono stata contenta soprattutto di constatare che giocare con le parole è proprio nel suo stile!
Copio la poesia all'inizio del libro:
L'assenza dell'assenzio
è l'arrivo del silenzio.
Ma quando le parole
si uccidono da sole.
L'assenza dell'assenzio
permette al pregiudizio
di perdere ad un tempo
il pelo, il lupo, il vizio.
L'assenza dell'assenzio
è quando la poesia,
sfrattata dal buon senso,
poi deve andare via.
L'assenza dell'assenzio
dà crisi d'astinenza,
la vita non ha senso
perciò puoi farne senza.
L'assenza dell'assenzio
e i giochi sono fatti.
Mi manchi, io ti penso,
mia trippa per i gatti.
L'assenza dell'assenzio
è quando il topo balla
e brinda e sgagna i resti
di bruco e di farfalla.
L'assenza dell'assenzio
fa macabra la danza,
t'illumini d'immenso,
ma buia è la tua stanza.
L'assenza dell'assenzio
è in fondo il funerale
di ciò che nel frattempo
diagnostica il tuo male.
L'assenza dell'assenzio
non bastano i cazzotti
per rompere l'assedio
dei tuoi bicchieri rotti.
L'assenza dell'assenzio,
serrande sui bistot,
e cerchi un grimaldello
per rompere i non so.
L'assenza dell'assenzio
è l'arrivo del silenzio.
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