Estha e Rahel, due gemelli uniti da un tragico, ineluttabile vissuto comune segnato dal dolore e dal senso di colpa, si ritrovano dopo ventitrè anni. L'autrice, con profonda sensibilità, servendosi dei salti temporali ci narra, guardandole ora con gli occhi e con il linguaggio candido di Estha e Rahel bambini, ora dal punto di vista dei due gemelli ormai adulti rassegnati, le vicende di Ammu - la loro madre - a partire dai tardi anni Sessanta.
Ammu, divorziando e poi innamorandosi di un intoccabile, sfida con coraggio l'ipocrisia ed il razzismo che caratterizzano la società indiana, dominata dalla divisione in caste.
Sono rimasta letteralmente incantata da questo romanzo e soprattutto dalla straordinaria capacità dell'autrice di esprimere concetti profondi con il linguaggio semplice dei bambini.
Le prime 10-20 pagine contengono numerosi riferimenti semi-incomprensibili a fatti che verranno descritti in seguito, però consiglio di avere un po' di pazienza e di proseguire: andando avanti ho avuto la sensazione che tutti i pezzi tornassero al loro posto quasi a comporre uno splendido - anche se, avviso, piuttosto tragico! - puzzle.
Un romanzo che tocca il cuore e l'anima (che retorica, ma lo volevo dire...
).
Riporto uno scorcio di tragedia con risvolti fashion
solo per dare a chi non l'ha letto un'idea dello stile.
Sophie Mol era la cugina di Estha e Rahel, la figlia dello zio Chacko. Era venuta a trovarli dall'Inghilterra. Estha e Rahel avevano sette anni quando Sophie Mol morì. Sophie Mol quasi nove. Aveva una bara speciale a misura di bambino. Foderata di raso. Manigliata di ottone lucido. Sophie Mol giaceva nella bara con i suoi pantaloni gialli di tessuto ingualcibile a zampa di elefante, i capelli legati da un nastro e la sua amata borsetta go-go made in England. ...Solo Rahel notò la capriola che Sophie Mol fece in segreto nella sua bara.
Ammu, divorziando e poi innamorandosi di un intoccabile, sfida con coraggio l'ipocrisia ed il razzismo che caratterizzano la società indiana, dominata dalla divisione in caste.
Sono rimasta letteralmente incantata da questo romanzo e soprattutto dalla straordinaria capacità dell'autrice di esprimere concetti profondi con il linguaggio semplice dei bambini.
Le prime 10-20 pagine contengono numerosi riferimenti semi-incomprensibili a fatti che verranno descritti in seguito, però consiglio di avere un po' di pazienza e di proseguire: andando avanti ho avuto la sensazione che tutti i pezzi tornassero al loro posto quasi a comporre uno splendido - anche se, avviso, piuttosto tragico! - puzzle.
Un romanzo che tocca il cuore e l'anima (che retorica, ma lo volevo dire...
Riporto uno scorcio di tragedia con risvolti fashion

Sophie Mol era la cugina di Estha e Rahel, la figlia dello zio Chacko. Era venuta a trovarli dall'Inghilterra. Estha e Rahel avevano sette anni quando Sophie Mol morì. Sophie Mol quasi nove. Aveva una bara speciale a misura di bambino. Foderata di raso. Manigliata di ottone lucido. Sophie Mol giaceva nella bara con i suoi pantaloni gialli di tessuto ingualcibile a zampa di elefante, i capelli legati da un nastro e la sua amata borsetta go-go made in England. ...Solo Rahel notò la capriola che Sophie Mol fece in segreto nella sua bara.