Questo romanzo, ambientato negli Stati Uniti nel periodo tra il 1910 e la fine degli anni '20, racconta la decadenza materiale e psicologica di una famiglia aristocratica. Il libro è composto di tre monologhi di tre diversi io narranti - i tre fratelli Compson: l'"idiota" Benjamin (così viene definito...), il tormentato Quentin (il mio preferito), il perfido (a mio parere) Jason - e, infine, da una parte narrata in terza persona, nella quale l'autore analizza gli eventi dal punto di vista della "serva nera" Dilsey, colei che fino all'ultimo riesce a fatica a tenere unito ciò che resta della famiglia. Dilsey viene definita nella quarta di copertina "unico personaggio positivo del romanzo"; sono d'accordo solo in parte con questa affermazione, penso che ogni personaggio, o quasi, abbia in sè qualcosa di positivo, anche se ciò che principalmente viene evidenziato è il loro lato oscuro, inevitabile considerando l'ambiente in cui la famiglia vive e cresce. Altri personaggi: la sorella Caddy, definita "vera protagonista silenziosa del romanzo", dal cui comportamento "disdicevole" (per quell'epoca) discenderà il verificarsi di una serie di avvenimenti che porteranno la famiglia a disgregarsi; il padre, intellettualmente raffinato, e la madre, tipica "dama" viziata e ipocondriaca, che ha come principale preoccupazione il giudizio altrui.
Forse vi ho già anticipato troppo della trama... Appena iniziato a leggerlo, dico la verità, l'ho trovato molto difficile perchè non avevo mai letto niente di Faulkner e lo stile è molto particolare, nel senso che si parte direttamente con i dialoghi senza spiegare chi è un personaggio e chi l'altro, senza contare che vi sono più personaggi che portano lo stesso nome; inoltre i salti temporali sono continui e privi di una qualsiasi forma di preavviso, se non molto molto sottile... Però, intuendo che era interessante, sono tornata indietro più volte finchè non sono riuscita ad afferrare più o meno il meccanismo, e ne è valsa assolutamente la pena!!! Il libro è secondo me un capolavoro, l'autore è bravissimo nel "trasformare" il lettore volta per volta nell'io narrante, e rende perfettamente l'idea che sembrerebbe banale, ma che spesso ancora oggi dimentichiamo, ossia che la nobiltà d'animo non ha niente a che vedere con il fatto di nascere schiavi o liberi, poveri o ricchi. Lo consiglio vivamente a tutti nonostante sia piuttosto triste, per non dire struggente, anche perchè magari un lettore più esperto di me riguardo ad un certo stile di scrittura può afferrare subito il meccanismo!!!
Voto 9)
E' la mia prima recensione, spero di non avere scritto troppe fesserie e di essere stata chiara...
Forse vi ho già anticipato troppo della trama... Appena iniziato a leggerlo, dico la verità, l'ho trovato molto difficile perchè non avevo mai letto niente di Faulkner e lo stile è molto particolare, nel senso che si parte direttamente con i dialoghi senza spiegare chi è un personaggio e chi l'altro, senza contare che vi sono più personaggi che portano lo stesso nome; inoltre i salti temporali sono continui e privi di una qualsiasi forma di preavviso, se non molto molto sottile... Però, intuendo che era interessante, sono tornata indietro più volte finchè non sono riuscita ad afferrare più o meno il meccanismo, e ne è valsa assolutamente la pena!!! Il libro è secondo me un capolavoro, l'autore è bravissimo nel "trasformare" il lettore volta per volta nell'io narrante, e rende perfettamente l'idea che sembrerebbe banale, ma che spesso ancora oggi dimentichiamo, ossia che la nobiltà d'animo non ha niente a che vedere con il fatto di nascere schiavi o liberi, poveri o ricchi. Lo consiglio vivamente a tutti nonostante sia piuttosto triste, per non dire struggente, anche perchè magari un lettore più esperto di me riguardo ad un certo stile di scrittura può afferrare subito il meccanismo!!!
Voto 9)
E' la mia prima recensione, spero di non avere scritto troppe fesserie e di essere stata chiara...
Ultima modifica di un moderatore: