elena
aunt member
Ho terminato oggi questo libro che raccoglie, oltre a “Le botteghe colo cannella”, tutti i racconti, i saggi e i disegni di Schulz.
E’ un’antologia molto singolare delle opere di questo autore, la cui prima forma di espressione artistica è stato il disegno. Sin dall’originaria stesura, l’autore ha voluto realizzare un connubio tra scrittura e pittura, per meglio esplicitare e definire i contenuti onirici, mitologici e fantasiosi della sua attività. E’ uno stile molto particolare, diverso da qualsiasi cosa abbia letto finora ma veramente affascinante e raffinato, di una bellezza e poeticità senza confronti …….. che, personalmente, sono riuscita ad apprezzare solo dopo aver superato l’iniziale difficoltà di non riuscire a seguire la narrazione. Ma l’errore è stato mio…….non è un testo “narrativo” nel senso comune del termine, non segue un filo logico per la descrizione di eventi e personaggi, ma è un libro in cui si supera ogni limite temporale e spaziale e dove la realtà è solo una piccola componente di un più grande disegno fatto di sogni e fantasie.
Il primo racconto, è stato definito dallo stesso autore di natura autobiografica “Non solo perché è scritto in prima persona e per il fatto che vi si possano intravedere certi avvenimenti e vicissitudini dell’infanzia dell’autore. Le botteghe color cannella sono autobiografia o piuttosto genealogia spirituale poiché rappresentato la genealogia spirituale sino alla profondità, dove si sconfina nella mitologia, dove si perde il delirio mitologico”. Figura centrale è il padre che viene rappresentato come una sorta di essere al di fuori di ogni legge razionale e fisica, che si diletta in studi su svariati argomenti aventi quasi sempre come oggetto la natura nelle sue diverse componenti e che si trasforma egli stesso in diverse specie di animali, anche dei più sgradevoli. Alcune descrizioni inducono spesso il lettore a considerare questa figura come un semplice pazzo colpito da violente allucinazioni; ma il piccolo Schulz lo vede sempre come un mito, quasi una sorta di demiurgo in grado non solo di affascinare e strabiliare i suoi uditori, ma anche di realizzare imprese che neanche la più fervida fantasia riesce ad immaginare.
Anche nel secondo racconto, Il sanatorio all’insegna della Clessidra, così come ne La cometa e nei frammenti di altri racconti, il surreale ha decisamente il sopravvento sul reale ma le descrizioni della natura, delle stagioni e anche di alcuni personaggi raggiungono dei livelli incredibili di poeticità, con alto valore introspettivo. Molte parti avrei voluto copiarle e tenerle come singole poesie.
Un’opera notevole che lascia veramente incantanti per il magnifico utilizzo di parole e frasi, come se fosse una bellissima melodia.
E’ un’antologia molto singolare delle opere di questo autore, la cui prima forma di espressione artistica è stato il disegno. Sin dall’originaria stesura, l’autore ha voluto realizzare un connubio tra scrittura e pittura, per meglio esplicitare e definire i contenuti onirici, mitologici e fantasiosi della sua attività. E’ uno stile molto particolare, diverso da qualsiasi cosa abbia letto finora ma veramente affascinante e raffinato, di una bellezza e poeticità senza confronti …….. che, personalmente, sono riuscita ad apprezzare solo dopo aver superato l’iniziale difficoltà di non riuscire a seguire la narrazione. Ma l’errore è stato mio…….non è un testo “narrativo” nel senso comune del termine, non segue un filo logico per la descrizione di eventi e personaggi, ma è un libro in cui si supera ogni limite temporale e spaziale e dove la realtà è solo una piccola componente di un più grande disegno fatto di sogni e fantasie.
Il primo racconto, è stato definito dallo stesso autore di natura autobiografica “Non solo perché è scritto in prima persona e per il fatto che vi si possano intravedere certi avvenimenti e vicissitudini dell’infanzia dell’autore. Le botteghe color cannella sono autobiografia o piuttosto genealogia spirituale poiché rappresentato la genealogia spirituale sino alla profondità, dove si sconfina nella mitologia, dove si perde il delirio mitologico”. Figura centrale è il padre che viene rappresentato come una sorta di essere al di fuori di ogni legge razionale e fisica, che si diletta in studi su svariati argomenti aventi quasi sempre come oggetto la natura nelle sue diverse componenti e che si trasforma egli stesso in diverse specie di animali, anche dei più sgradevoli. Alcune descrizioni inducono spesso il lettore a considerare questa figura come un semplice pazzo colpito da violente allucinazioni; ma il piccolo Schulz lo vede sempre come un mito, quasi una sorta di demiurgo in grado non solo di affascinare e strabiliare i suoi uditori, ma anche di realizzare imprese che neanche la più fervida fantasia riesce ad immaginare.
Anche nel secondo racconto, Il sanatorio all’insegna della Clessidra, così come ne La cometa e nei frammenti di altri racconti, il surreale ha decisamente il sopravvento sul reale ma le descrizioni della natura, delle stagioni e anche di alcuni personaggi raggiungono dei livelli incredibili di poeticità, con alto valore introspettivo. Molte parti avrei voluto copiarle e tenerle come singole poesie.
Un’opera notevole che lascia veramente incantanti per il magnifico utilizzo di parole e frasi, come se fosse una bellissima melodia.