E’ uno dei libri piu’ intensi che abbia mai letto in vita mia. In sé, la trama è semplice, per nulla contorta, qualcuno oserebbe dire banale ma in realtà racchiude perfettamente tutto cio’ che è l’animo umano in quanto tale ma anche dal punto di vista delle relazioni che si instaurano tra le persone. La vita è un sottilissimo filo di spago che da un momento all’altro puo’ spezzarsi,e quando si spezza è pressoché irrimediale la sua ri-cucitura.
Il lieto fine, tanto per mettere le cose in chiaro, non ha residenza in questo libro. Lo scopo non è compiacere il lettore, non è regalare al lettore il tanto agognato finale da “meno male che è finito tutto bene”, non è negoziare col lettore la vicenda. La vicenda è questa: prendere o lasciare. Ed è molto drammatica. Una vita da coppia come tanti altri, ci si innamora (o meglio si crede di essere innamorati), si fanno dei figli che è il coronamento del sogno di una vita intera da passare insieme, si litiga…ma tra Frank e April qualcosa a un certo punto si spezza e sono inutili tutti i tentativi di rimettere in sesto un “giocattolo” ormai rotto e che non è piu’ in grado di regalarti cio’ che al momento del suo acquisto, prometteva. Le certezze via via diventano dubbi, incomprensioni, intolleranze, violenze (verbali). Un’alienazione sconfortante, sia nei confronti dell’amato ma soprattutto verso se stesso. E’ qui che si gioca tutto: cosa si è rotto improvvisamente? Già, è molto difficile venirne a capo. Il romanzo è dapprima molto evocativo con il quadretto idilliaco di una famiglia modello, per poi in un climax ascendente devastante, assume le sembianze di un ritratto della realtà bombardata da problemi, tensioni, incapacità di controllo,equilibrio inesistente. Le personalità fragili, i sogni che diventano bolle di sapone scoppiate, una disperazione senza fine conseguenza di un’indifferenza che spesso crea piu’ danni dell’odio. Libro splendido, che mi ha tenuto incollato alle pagine in maniera quasi possessiva.
Mi ha commosso.
Io lo straconsiglio. Ma non solo questo libro. Tutto Yates. In Italia son stati pubblicati finora solo questo, DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA e UNDICI SOLITUDINI
Il lieto fine, tanto per mettere le cose in chiaro, non ha residenza in questo libro. Lo scopo non è compiacere il lettore, non è regalare al lettore il tanto agognato finale da “meno male che è finito tutto bene”, non è negoziare col lettore la vicenda. La vicenda è questa: prendere o lasciare. Ed è molto drammatica. Una vita da coppia come tanti altri, ci si innamora (o meglio si crede di essere innamorati), si fanno dei figli che è il coronamento del sogno di una vita intera da passare insieme, si litiga…ma tra Frank e April qualcosa a un certo punto si spezza e sono inutili tutti i tentativi di rimettere in sesto un “giocattolo” ormai rotto e che non è piu’ in grado di regalarti cio’ che al momento del suo acquisto, prometteva. Le certezze via via diventano dubbi, incomprensioni, intolleranze, violenze (verbali). Un’alienazione sconfortante, sia nei confronti dell’amato ma soprattutto verso se stesso. E’ qui che si gioca tutto: cosa si è rotto improvvisamente? Già, è molto difficile venirne a capo. Il romanzo è dapprima molto evocativo con il quadretto idilliaco di una famiglia modello, per poi in un climax ascendente devastante, assume le sembianze di un ritratto della realtà bombardata da problemi, tensioni, incapacità di controllo,equilibrio inesistente. Le personalità fragili, i sogni che diventano bolle di sapone scoppiate, una disperazione senza fine conseguenza di un’indifferenza che spesso crea piu’ danni dell’odio. Libro splendido, che mi ha tenuto incollato alle pagine in maniera quasi possessiva.
Mi ha commosso.
Io lo straconsiglio. Ma non solo questo libro. Tutto Yates. In Italia son stati pubblicati finora solo questo, DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA e UNDICI SOLITUDINI