Lorenzo Garneri è uno scrittore di trentotto anni che vive a Parigi, sulla rive gauche, in uno dei quartieri più letterari della Ville Lumière, il Saint-Germain-des Prés. Qui trascorre le sue giornate alle prese con la scrittura, tra il tavolino a lui riservato al Café de Flore e la scrivania del suo mini loft nel sottotetto di un palazzone in stile liberty, in rue de l'Ancienne Comédie. Originario di Morimondo, è partito da lì all'età di diciannove anni per studiare alla Sorbona. Dalla finestra della sua casa Lorenzo guarda il mondo, osserva i suoi vicini, i passanti per strada, i dirimpettai, scoprendone abitudini e segreti. Nel palazzo di fronte si trasferisce una coppia di psichiatri, Gustave Roche, direttore dell'Istituto per malattie mentali Paul-Guiraud e sua moglie Renée Blanc, i quali suscitano un interesse particolare nello scrittore, ultimamente a corto di idee. L'apparente tranquillità del quartiere viene improvvisamente stravolta da un delitto efferato: Gustave Roche è ritrovato morto nel suo appartamento, presumibilmente massacrato con un'arma da taglio. A condurre le indagini sarà il commissario Florence Durant, una donna energica e volitiva, la cui inchiesta rischia continuamente di deragliare, impigliata nel sottile filo di domande che attanaglia le vite dei personaggi. Frattanto Garneri, su indicazione del suo esuberante editore, si reca a Giverny, per incontrare Édouard Rousseau, un uomo ormai anziano che desidera fortemente condividere con lui la sua incredibile storia, che gli farà ritrovare l'ispirazione. I destini dei personaggi si intrecciano in maniera enigmatica: quali reali intenzioni muovono Renée Blanc, la misteriosa vedova di Roche, che sembra custodire più di un segreto? E cosa si agita nella mente di Lorenzo Garneri, preda di un inquietante caos emotivo che gli impone di fronteggiare le proprie paure? Alessandra Politi costruisce un puzzle complesso, una trama ricca di suspense e colpi di scena, il cui disegno finale sarà tutt'altro che scontato. In una Parigi arcana e pittoresca, in un mondo dove nulla è ciò che sembra e ogni mossa può cambiare il corso del destino, a chi toccherà scrivere il finale?
Circa un anno e mezzo fa, mi complimentavo con Alessandra Politi per aver scritto un romanzo intenso e spregiudicato, una storia che sfidava le convenzioni sociali, i perbenismi, i giudizi facili e che aveva scosso le mie corde più intime e personali. Oggi mi complimento con lei per essersi avventurata in un genere inflazionatissimo e perciò quantomai insidioso: il thriller, e più precisamente il thriller psicologico. Stavolta l'autrice ci guida sicura tra i boulevard di Parigi, nella sua soffusa eleganza e fra le insidie di una grande città che racchiude tanti piccoli mondi. E proprio questa è l'impressione che abbiamo non appena ci addentriamo, in punta di piedi, nella routine del protagonista, lo scrittore Lorenzo Garneri: quella di un micromondo ovattato, di uno spazio ridotto, intimo e sicuro da cui osservare le vite degli altri, di un equilibrio faticosamente conquistato ma sempre sul punto di rompersi. Seguendo Garneri nelle sue piccole peregrinazioni, negli incontri fugaci, nelle sue tante abitudini consolidate, lo scopriamo tormentato, sfuggente, enigmatico, sospeso in un limbo acquatico che rischia di erompere da un momento all'altro. Si ha costantemente, leggendo, la sensazione che ci sfugga un dettaglio che è lì, alla nostra portata, ma che non riusciamo a focalizzare. E tutto questo è mixato sapientemente alle atmosfere magiche e sofisticate di una città – e che città – a tarda sera, all'eleganza dei dettagli, a quel malcelato voyerismo che forse, talvolta, siamo persino portati ad invidiare. Ma cosa si nasconde sotto il pelo dell'acqua? Cos'è che Garneri – e l'autrice – nasconde in piena vista? Dove ci porterà questa storia in cui verità e menzogna sono quantomai relative, ingannevoli e controvertibili?
Se "Yael Peretz" mi aveva conquistata per il coraggio, di "Il guaritore delle bolle ferite" mi ha colpita la delicatezza. Un'altra prova vincente di un'autrice che non teme di osare… e fa bene!
Circa un anno e mezzo fa, mi complimentavo con Alessandra Politi per aver scritto un romanzo intenso e spregiudicato, una storia che sfidava le convenzioni sociali, i perbenismi, i giudizi facili e che aveva scosso le mie corde più intime e personali. Oggi mi complimento con lei per essersi avventurata in un genere inflazionatissimo e perciò quantomai insidioso: il thriller, e più precisamente il thriller psicologico. Stavolta l'autrice ci guida sicura tra i boulevard di Parigi, nella sua soffusa eleganza e fra le insidie di una grande città che racchiude tanti piccoli mondi. E proprio questa è l'impressione che abbiamo non appena ci addentriamo, in punta di piedi, nella routine del protagonista, lo scrittore Lorenzo Garneri: quella di un micromondo ovattato, di uno spazio ridotto, intimo e sicuro da cui osservare le vite degli altri, di un equilibrio faticosamente conquistato ma sempre sul punto di rompersi. Seguendo Garneri nelle sue piccole peregrinazioni, negli incontri fugaci, nelle sue tante abitudini consolidate, lo scopriamo tormentato, sfuggente, enigmatico, sospeso in un limbo acquatico che rischia di erompere da un momento all'altro. Si ha costantemente, leggendo, la sensazione che ci sfugga un dettaglio che è lì, alla nostra portata, ma che non riusciamo a focalizzare. E tutto questo è mixato sapientemente alle atmosfere magiche e sofisticate di una città – e che città – a tarda sera, all'eleganza dei dettagli, a quel malcelato voyerismo che forse, talvolta, siamo persino portati ad invidiare. Ma cosa si nasconde sotto il pelo dell'acqua? Cos'è che Garneri – e l'autrice – nasconde in piena vista? Dove ci porterà questa storia in cui verità e menzogna sono quantomai relative, ingannevoli e controvertibili?
Se "Yael Peretz" mi aveva conquistata per il coraggio, di "Il guaritore delle bolle ferite" mi ha colpita la delicatezza. Un'altra prova vincente di un'autrice che non teme di osare… e fa bene!