Quammen, David - Spillover. L'evoluzione di una pandemia

bouvard

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Prima di parlare di questo libro è doverosa una premessa: è stato scritto nel 2012 quindi non parla del Covid19, anche se la sua presenza aleggia per tutto il libro come un fantasma.
Con il termine spillover si indica il salto di specie che alcuni virus fanno passando dal contagio animale- animale a quello animale-uomo, e Quammen prende in esame proprio alcuni dei virus che hanno compiuto questo salto, e se alcuni – come Ebola, HIV, o la malaria – sono tristemente famosi, per cui basta il loro nome a non far dormire sonni tranquilli, altri come Hendra o Nipah almeno a me erano completamente sconosciuti.
Il libro è scritto in maniera scorrevole, non a caso Quammen è un divulgatore scientifico molto conosciuto negli Stati Uniti, ma va da sé che in alcuni punti il libro diventa necessariamente più tecnico. Ammetto che nei capitoli sulla malaria e sull’HIV mi sono persa diverse volte fra tutte le mutazioni del virus, ma poiché né io, né voi (almeno penso) nella vita siamo infettivologi, microbiologi e affini, ma semplici lettori, possiamo anche permetterci il lusso di non capire parola per parola questo libro, limitandoci a capirne il senso generale.
Per ogni virus esaminato Quammen ne ripercorre la storia: la scoperta, la ricerca degli ospiti-serbatoio (quegli animali dentro i quali i virus vivono “di nascosto”), le teorie sbagliate e i successi ottenuti (quando sono stati ottenuti). E sinceramente la storia di alcuni virus l’ho trovata molto più avvincente di molti gialli che ho letto (non sono pazza credetemi). Prendiamo ad esempio il virus dell’AIDS, io ne ho sentito parlare per la prima volta a metà degli anni Ottanta, per cui prima di leggere questo libro pensavo che i primi casi della malattia risalissero appunto a quegli anni, o al massimo alla fine degli anni Settanta. Sto per farvi uno spoiler che potrebbe rovinarvi la lettura del libro! Ok sto scherzando, ma per me è stato davvero uno shock scoprire che il primo caso di Aids risale al 1908! 1908?!
Il libro abbraccia la tesi ecologista per spiegare i numerosi spillover che si sono avuti da un centinaio d’anni a questa parte. L’uomo, l’animale più evoluto, più intelligente, l’essere vivente tra quelli di grandi dimensioni che negli ultimi decenni si è moltiplicato più di ogni altro, l’essere che con il suo comportamento fa il bello e il brutto tempo condizionando la vita di ogni altro essere vivente, alla fine è la causa dei suoi stessi mali. Bella scoperta starete pensando, sì in effetti non ci vuole molto a rendersi conto dei casini che stiamo facendo a danno del mondo e di noi stessi.
I disboscamenti intensivi dell’ultimo secolo hanno modificato gli habitat di molti animali selvatici rendendo il loro contatto con l’uomo non più inesistente o sporadico com’era in passato, ma sempre più frequente. E gli ospiti-serbatoio di molti virus sono proprio gli animali selvatici, ecco quindi che le occasioni per gli spillover si intensificano.
Come Quammen dice chiaramente alla fine del suo libro, il verificarsi di nuove pandemie (e il Covid era dietro la porta) dipende unicamente dalle scelte che noi facciamo: noi possiamo decidere di non mangiare carne di animali selvatici, di non fare sesso non protetto, di non allevare galline e anatre insieme, di non...insomma il nostro futuro dipende da noi e da quanto siamo responsabili.
E se posso dire la mia, penso che lo siamo molto poco, passata la paura del Covid … tarallucci e vino!



 
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