MonicaSo
Well-known member
Nel 2084 l’umanità, o ciò che ne resta dopo un disastro ambientale e una nuova guerra mondiale, è regredita a una sorta di medioevo bucolico, dove il controllo dell’ordine è affidato a robot e supercomputer, che hanno il compito di assicurare la sopravvivenza della cosiddetta Dittatura Democratica. Nel nuovo regime tutto deve essere funzionale e regolamentato: non si può decidere il proprio destino, il desiderio, la creatività, l’eros sono visti con sospetto. Inoltre esso prevede che gli uomini, i Vires, siano destinati alle mansioni più umili, in attesa che i nuovi robot che vanno perfezionandosi possano prendere il loro posto e soppiantarli una volta per tutte. Sì, perché il sesso maschile è regredito nella scala gerarchica e ora a comandare sono le donne, moderne Amazzoni. Soprattutto, i rapporti fra i sessi sono banditi e ogni forma di riproduzione è rigidamente controllata. In questo scenario distopico, la curiosa e impertinente Evonne, figlia di Livia, artista quieta e remissiva, rimane incinta. Di un uomo. E l’uomo è Vijay, un ragazzo della casta degli Assimilati, una sorta di schiavo con capacità artistiche dirompenti. È così che il sistema entra in crisi, mostrando i suoi limiti e le sue falle. Evonne e Livia si sforzano di nascondere il frutto di quella unione divenuta, ora, nel mondo nuovo, assurda e impensabile, ma quel frutto – la piccola, geniale Irma – incarna il cambiamento che non può essere fermato. In un’epoca in cui non si fa che parlare di crisi della democrazia e di controllo sociale, il romanzo di Gianni Clerici, che fa propri e amplifica echi che vanno dal George Orwell di 1984 all’Aldous Huxley del Mondo Nuovo, per finire alla più recente Margaret Atwood del Racconto dell’ancella ribaltato nei presupposti, riesce insieme a divertire e a farci riflettere.
Non ci siamo.
La mia impressione è che l'autore abbia voluto raccontare tanto, troppo, finendo per dilungarsi soprattutto in descrizioni di situazioni, mentre i suoi personaggi appaiono piatti e privi di carattere. Questo mondo del 2084 mi dà l'idea di essere già stato raccontato in altri racconti distopici... le donne che prendono il posto degli uomini e commettono gli stessi errori, anzi facendone quasi degli schiavi: già letto, non è una novità.
Tutto il discorso su Leonardo da Vinci e l'androginia degli ultimi capitoli mi ha lasciato un po' stupita... e l'ho trovato troppo tortuoso e filosofico (con i riferimenti a Platone) per essere adatto a completare una storia di questo tipo.
Non ci siamo.
La mia impressione è che l'autore abbia voluto raccontare tanto, troppo, finendo per dilungarsi soprattutto in descrizioni di situazioni, mentre i suoi personaggi appaiono piatti e privi di carattere. Questo mondo del 2084 mi dà l'idea di essere già stato raccontato in altri racconti distopici... le donne che prendono il posto degli uomini e commettono gli stessi errori, anzi facendone quasi degli schiavi: già letto, non è una novità.
Tutto il discorso su Leonardo da Vinci e l'androginia degli ultimi capitoli mi ha lasciato un po' stupita... e l'ho trovato troppo tortuoso e filosofico (con i riferimenti a Platone) per essere adatto a completare una storia di questo tipo.