lettore marcovaldo
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Il libro è il breve resoconto del viaggio in Unione Sovietica fatto da Aldo Cucchi nel 1950 insieme ad alcuni funzioanri del PCI e figure "esterne". Il viaggio comprendeva tappe in diverse città tra cui Minsk, Mosca, Kiev e Leningrado oltre a località minori.
Al ritorno in Italia Aldo Cucchi (partigiano, medaglia d'Oro al Valor Militare e deputato del Partito Comunista Italiano) maturò una profonda crisi di coscienza nei confronti del modello sovietico. Questa crisi lo portò a dimettersi dal PCI nel 1951.
Tutto il libro è animato dalla volontà di testimoniare cercando di essere obiettivo ma senza rinunciare ad un certo umorismo. L'autore ha cercato di metabolizzare la delusione ricavata dal viaggio evidenziando alcuni episodi ai suoi occhi assurdi e a dispetto della volontà dei protagonisti, piuttosto comici.
"Ridere per non piangere" si potrebbe sintetizzare.
La sostanza del racconto è lo stupore e lo straniamento dell'autore e di pochi altri della comitiva di fronte alla realtà sovietica, minacciosa e deludente insieme, e i tentativi a volte goffi a volte esasperanti del resto dei compagni di comitiva intenti a ridimensionare, addolcire e nascondere la realtà che si svelava ai loro occhi.
La propaganda sovietica dipingeva un paese in piena ripresa e intento nella costruzione di una società egualitaria. Quello che Cucchi vedeva era una quotidianità ancora segnata pesantamente dalla difficoltà del dopo guerra. Soprattutto, era evidente una preminenza "ingombrante" dei militari e dei funzionari di partito. Con una struttura sociale, almeno nelle città, che mostrava caratteristiche molto "borghesi".
Perchè nascondere la povertà delle campagne, del tutto comprensibile tutto sommato dopo una guerra devastante, divulgando una realtà ancora lontana dall'essere raggiunta?
Perchè mentire dicendo ai contadini russi che comunque "i contadini italiani stavano molto peggio" quando quanto meno le condizioni potevano essere uguali e in alcuni casi decisamente migliori?
Al di là dei riferimenti storici e ideologici si tratta di una occasione di riflessione su quello che vuol dire doversi ricredere rispetto a speranze e idee che devono scontrarsi con una realtà che va in senso contrario.
Al ritorno in Italia Aldo Cucchi (partigiano, medaglia d'Oro al Valor Militare e deputato del Partito Comunista Italiano) maturò una profonda crisi di coscienza nei confronti del modello sovietico. Questa crisi lo portò a dimettersi dal PCI nel 1951.
Tutto il libro è animato dalla volontà di testimoniare cercando di essere obiettivo ma senza rinunciare ad un certo umorismo. L'autore ha cercato di metabolizzare la delusione ricavata dal viaggio evidenziando alcuni episodi ai suoi occhi assurdi e a dispetto della volontà dei protagonisti, piuttosto comici.
"Ridere per non piangere" si potrebbe sintetizzare.
La sostanza del racconto è lo stupore e lo straniamento dell'autore e di pochi altri della comitiva di fronte alla realtà sovietica, minacciosa e deludente insieme, e i tentativi a volte goffi a volte esasperanti del resto dei compagni di comitiva intenti a ridimensionare, addolcire e nascondere la realtà che si svelava ai loro occhi.
La propaganda sovietica dipingeva un paese in piena ripresa e intento nella costruzione di una società egualitaria. Quello che Cucchi vedeva era una quotidianità ancora segnata pesantamente dalla difficoltà del dopo guerra. Soprattutto, era evidente una preminenza "ingombrante" dei militari e dei funzionari di partito. Con una struttura sociale, almeno nelle città, che mostrava caratteristiche molto "borghesi".
Perchè nascondere la povertà delle campagne, del tutto comprensibile tutto sommato dopo una guerra devastante, divulgando una realtà ancora lontana dall'essere raggiunta?
Perchè mentire dicendo ai contadini russi che comunque "i contadini italiani stavano molto peggio" quando quanto meno le condizioni potevano essere uguali e in alcuni casi decisamente migliori?
Al di là dei riferimenti storici e ideologici si tratta di una occasione di riflessione su quello che vuol dire doversi ricredere rispetto a speranze e idee che devono scontrarsi con una realtà che va in senso contrario.
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