Park, Sang Young - Amore, Marlboro e mirtilli

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Scrittore di culto in Corea del Sud e finalista all’International Booker Prize, con Amore, Marlboro e mirtilli Sang Young Park si è rivelato l’autore più originale della narrativa coreana, una voce sfrontata e vitale che racconta di una generazione diventata adulta in un paese diviso tra nuove identità e pregiudizi.

«Una scrittura piena di luce, che crea dipendenza.» - The New York Times

A Seoul le notti durano poco. Basta un drink in più, uno sguardo attraverso il bancone del bar, una parola sussurrata all’orecchio ed è facile trovarsi a vedere l’alba dal letto di uno sconosciuto. È così che Young, giovane studente universitario con velleità letterarie, tiene lontano il futuro ogni sera. Un po’ per noia, un po’ per paura, si fa beffe di tutto – dei soldi, della famiglia, del senso comune che guarda chi è giovane e gay con sospetto e invidia. Ma quando Jaehui, sua migliore amica, coinquilina e compagna di sbronze, trova un lavoro e parte per l’Australia, Young si ritrova solo e la sua vita accelera all’improvviso. Mentre si prende cura della madre malata di cancro, una fervente evangelista incapace di accettare l’omosessualità del figlio, deve fare i conti con le difficoltà di essere queer nella Corea di oggi, inseguendo il doppio sogno di diventare uno scrittore e di trovare qualcuno che lo ami così com’è. E mentre gli uomini che incontra (un ex militante LGBTQ+ schivo e malinconico; un ragazzo di provincia tremendamente naïf che potrebbe rivelarsi, forse, quello giusto) portano sulle spalle i suoi stessi traumi, Young cresce insieme a Seoul, si trasforma con lei, animandosi quando in giro non c’è quasi nessuno e sentirsi giudicati, delusi o soli è più difficile.



Sinceramente? Non mi è piaciuto. Ho veramente faticato a finirlo e persino a capirne il senso, ammesso che ce ne sia uno… Mi dispiace esprimermi così su una storia autobiografica, ma non mi sembra questo il modo di raccontarla ed onorarla. Un libro senza capo, coda è scopo.
 
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