Grangé, Jean Christophe - La maschera di marmo

qweedy

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"Germania, fine anni Trenta. I corpi senza vita delle mogli di due gerarchi nazisti vengono ritrovati tra le luci sfavillanti di una Berlino mondana, inconsapevole della guerra imminente. Le indagini sono affidate al brutale e spietato ispettore Franz Beewen. L'alto ufficiale della Gestapo si mette subito all'opera e segue i primi indizi, che lo conducono nello studio di Simon Kraus, uno psicanalista specializzato nell'interpretazione dei sogni. Potrebbe essere lui ad avere la chiave per capire chi sia l'assassino. Le vittime erano sue pazienti, ed erano entrambe tormentate dall'incubo di essere inseguite da un uomo con il volto coperto da una maschera di marmo. Una figura che per Kraus è la personificazione di paure e traumi, ma che, alla luce dei fatti, potrebbe essere più reale di quanto si immagini. C'è qualcuno, però, che ostacola Beewen e Kraus nel cammino verso la verità. E non è solo l'assassino. Perché i due stanno cercando risposte proprio là dove il partito nazista nasconde i suoi segreti più torbidi e inconfessabili. Ma non si fermeranno davanti a nulla."

Una connotazione storica diversa per questo romanzo di Grangé, che però non mi ha convinto del tutto.
A tratti mi ha ricordato Le benevole di Jonathan Littell, per quanto riguarda gli orrori dei nazisti. Però è anche un thriller, con l'indagine condotta da tre personaggi assolutamente improbabili. Mi è sembrata un'accozzaglia di argomenti e di generi, che non sembra neppure scritta da Grangè, che ho apprezzato negli altri suoi precedenti romanzi.
720 pagine piuttosto lunghe da leggere, dato che non mi ha coinvolto più di tanto.

Non mi sento di consigliarlo.
 
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