Acito, Monica - Uvaspina

isola74

Lonely member
È nato con una voglia sotto l’occhio sinistro, come un pallido frutto incastonato nella pelle: Uvaspina si è abituato presto a essere chiamato con quel nome che lo identifica con la sua macchia. A quasi tutto, del resto, è capace di abituarsi: a suo padre, il notaio Pasquale Riccio, che si vergogna di lui; alla Spaiata, sua madre, che dopo aver incastrato Pasquale Riccio con le sue arti di malafemmina e chiagnazzara non si dà pace di aver perduto il proprio fascino e finge di morire ogni volta che lui esce di casa. Ma soprattutto Uvaspina è abituato a sua sorella Minuccia, abitata fin da bambina da un’energia che tiene in scacco il fratello con le sue esplosioni imprevedibili, le ripicche, la ferocia di chi sa colpire nel punto di massima fragilità......... Intorno a loro, Napoli: la città dalle viscere ribollenti, dai quartieri protesi verso il cielo, dai tentacoli immersi in quel mare che la fronteggia e la penetra.

E' un libro feroce questo, è il primo aggettivo che mi viene in mente per descriverlo. Feroce come può esserlo l'amore, inteso in ogni sua declinazione.
La figura di Uvaspina si fa amare e odiare allo stesso tempo: vorresti scuoterlo, difenderlo, avvisarlo. Ma non puoi.
Mi è piaciuto? sì
Lo consiglio? non so perché, ma ho l'impressione che solo chi conosca Napoli possa apprezzarlo. La città mi appare come una protagonista imprescindibile.

Magari qualcuno, se vuole, potrà smentirmi.
 
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