MonicaSo
Well-known member
"Vedi," dice la nonna alla nipote, immaginando di prenderla per mano e condurla attraverso vasti campi in cui vengono bruciate le stoppie "sono i falò dell'autunno, che purificano la terra e la preparano per nuove sementi". Ma Thérèse è giovane, non ha la saggezza della ancora non sa che prima di poter ritrovare Bernard, l'uomo che ama da sempre, a cui ha dedicato la vita intera, le toccherà attraversare con pena e con fatica quei vasti campi, e subire le dolorose devastazioni provocate da quegli incendi. Perché Bernard, l'adolescente intrepido, impaziente di dar prova del proprio coraggio, partito volontario nel 1914, è tornato dalla guerra cinico e quattro anni al fronte l'hanno trasformato in uno sciacallo, uno che non crede più a niente, che aspira solo a diventare ricco, molto ricco - e che per farlo si rotolerà nel fango della Parigi cosmopolita del dopoguerra, in quella palude dove sguazza la canaglia dei politicanti, dei profittatori, degli speculatori. Alla dolce, alla fedele e innamorata Thérèse, e ai figli che ha avuto da lei, preferirà sempre il letto della sua amante e lo scintillio dei salotti parigini. Ci vorranno la fine delle grandiose illusioni della Belle Epoque, la rovina finanziaria, e poi un'altra guerra, la prigionia, la morte del primogenito, perché Bernard ritrovi la sua la cenere degli anni perduti servirà a purificare il terreno per una vita diversa.
Penso che ricorderò a lungo "I falò dell'autunno" di Irene Némirovsky; e in particolare ricorderò il protagonista Bernard, che non si può certo definire una brava persona ma alla fine, dopo lunghi giri in una vita che reca sofferenza (agli altri), ritrova il se stesso migliore.
Penso che ricorderò a lungo "I falò dell'autunno" di Irene Némirovsky; e in particolare ricorderò il protagonista Bernard, che non si può certo definire una brava persona ma alla fine, dopo lunghi giri in una vita che reca sofferenza (agli altri), ritrova il se stesso migliore.