Ingrosso, Chiara - La regola di Nora

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Nora Lopez ha trentatré anni, un lavoro di quelli che tolgono il fiato, troppi fantasmi nella testa e un’unica regola. Fa l’inviata per una popolare trasmissione di cronaca nera, coltiva un’ossessione per il crimine violento e possiede un fiuto eccezionale con cui riesce a comprendere la psicologia di vittime e carnefici. Soprattutto quella dei carnefici. Nora, infatti, è un’assassina… almeno in teoria. E nella sua immaginazione ha ucciso migliaia di volte, perdendosi in fantasie tanto vivide da sembrare vere. Per non oltrepassare la linea d’ombra, si è data una regola: conoscere se stessa e non saltare mai gli appuntamenti con la dottoressa Q, la terapista presso cui è in cura. La vita di Nora scorre così, tra la malinconia per una relazione di coppia che si sta esaurendo e l’inquietudine che la tormenta. Poi, succede qualcosa. A Lecce, nel profondo Sudest, qualcuno ammazza due giovani fidanzati. Per la giornalista, quell’omicidio consumato nella città in cui è cresciuta, è una chiamata. Questa volta, Nora dovrà vedersela con le ombre del passato e chiudere conti lasciati troppo a lungo in sospeso.

Sperimentando l’inedito intreccio di dark comedy e true crime, La regola di Nora ricostruisce uno dei casi di cronaca più inspiegabili degli ultimi anni: il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, “colpevoli” – secondo il loro assassino – di essere troppo felici. Chiara Ingrosso lascia che l’affabulazione investa la cruda realtà dei fatti, trasfigurandoli nell’esplorazione di un dolore assoluto, di una solitudine senza confini, di una mente che ruota intorno a un unico imperativo: uccidere.



Questo libro racconta (benissimo) in forma romanzata una vicenda che conosco e che mi ha sconvolta e colpita profondamente: quattro anni fa, in una palazzina attigua allo studentato dove ho vissuto gli anni più intensi della mia vita, furono uccisi - lo ricorderete - due ragazzi, due miei coetanei. L'assassino, un ragazzo di un paese non lontano dal mio, disse che li aveva uccisi perché erano troppo felici. Il libro di Chiara Ingrosso – salentina e mia coetanea pure lei – parla di questa storia, vista con gli occhi di una giornalista emigrata nella capitale, ma profondamente legata alla sua terra. Una giornalista, la protagonista, Nora, a sua volta tormentata da immagini oscure ed istinti neri… si sviluppa così un dualismo inquietante e perverso tra le due voci della cronista e dell'assassino, in un crescendo di tensione e in un vortice di emozioni impreviste ed ulteriori rispetto a quelle della storia "reale", che pure sono tante e difficili da elaborare. Un buon romanzo, sì, ma anche un buon modo per ricordare, per riaccendere i riflettori su una storia che ha fatto scalpore e che inevitabilmente ha segnato molte persone.
 
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