Maraini, Dacia - In nome di Ipazia

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In queste pagine, la scrittrice che ha dato vita nei suoi romanzi a indimenticabili protagoniste letterarie dà voce alle donne senza nome di ogni Paese in lotta per la dignità. Mettendo nero su bianco un vero e proprio manifesto al femminile, una denuncia appassionata che racconta le schiavitù che sopravvivono e i muri ancora da abbattere, le libertà negate e la ribellione necessaria. Un appello coinvolgente sul destino femminile contro ogni stereotipo e violenza.

L’astronoma Ipazia, vissuta ad Alessandria nel V secolo d.C., teorizzò in modo inaudito per l’epoca che la Terra non è il centro dell’universo ma un pianeta che gira intorno al Sole. E divenne ben presto vittima dei fanatici cristiani. «Oggi» scrive Dacia Maraini «a quasi duemila anni di distanza ci sono ancora donne che soffrono come lei per la semplice ragione che hanno pensato con la propria testa, che hanno voluto studiare, indagare e opporsi al totalitarismo.» Sono donne maltrattate, insultate, minacciate, che spesso hanno denunciato la violenza domestica, ma non sono state credute. Donne sole e abbandonate. Donne che lottano per i loro diritti in tutto il mondo, dal Medio Oriente all’Occidente. Anche dove ci sembra di poter dire che la civiltà ha raggiunto la sua età più matura.





È già da qualche anno, ormai, che mi ripropongo – senza riuscirci – di approfondire la figura di Ipazia d'Alessandria, astronoma vissuta nel V secolo D.C., donna studiosa, colta, pensante, libera. Il suo destino è noto: fu barbaramente uccisa l'8 marzo del 415 D.C. ad opera dei cristiani della sua città. Perché? Per aver avuto il coraggio di esprimere il suo pensiero, di rendere manifesto il suo sapere, di pensare con la sua testa. Ebbene, leggendo il titolo dell'ultimo libro di Dacia Maraini, "In nome di Ipazia, riflessioni sul destino femminile", non vedevo l'ora di trovare un punto di partenza letterario per le mie ricerche su questa donna temeraria. Tuttavia, in realtà, no… questo libro non parla di Ipazia, o almeno non in senso stretto. Potremmo dire che la Maraini dedica proprio ad Ipazia una nutrita raccolta di articoli, pubblicati su vari giornali tra il 1969 e il 2022, che nella loro visione d'insieme costituiscono una testimonianza importante sia sull'evoluzione (o non evoluzione) dei diritti della donna negli ultimi cinquant'anni, sia uno spaccato fondamentale sullo stato attuale della nostra società. Ebbene, quello che emerge da questo minuzioso lavoro di scandaglio è tutt'altro che esaltante, anzi, a dire il vero non è nemmeno tanto incoraggiante. Sono ancora troppe le donne che, ad ogni latitudine, perdono la vita per mano di un uomo che non accetta il loro desiderio di libertà, di autodeterminazione, di espressione. Donne che muoiono perché rifiutano di chinare la testa ed uniformarsi ai dictat maschili o maschilisti; donne che muoiono in nome di una presunta cultura, di una presunta religione, della latente brama di predominio di chi, credutosi forte, si scopre d'improvviso debole e dotato dell'unica arma della sopraffazione. E sconcerta anche noi donne giovani ed emancipate, che troppo spesso crediamo erroneamente di sapere tutto sull'argomento, scoprire di quanti condizionamenti è vittima la nostra mente… E leggendo di donne afgane, di maternità voluta ad ogni costo o non desiderata affatto, di voci dissonanti messe a tacere, di voglia di vestirsi in modo diverso da come vorrebbero gli altri sfociata nel sangue, ci appare finalmente chiaro quanto ancora ci sia da fare. Il femminicidio fa notizia, ma è solo la punta di un iceberg fatto di violenza sommersa, di soprusi che si consumano sotto i nostri occhi ma che ci appaiono così consueti da non destare neanche più indignazione. Oltre a volgere lo sguardo alle donne che soffrono, dovremmo probabilmente concentrarci di più su quelle che non sanno o non vedono i loro diritti calpestati… e ce ne sono tante, molte più di quanto crederemmo.

Ebbene, non posso che consigliarvi questo libro perché in questa raccolta di articoli ho trovato numerosi spunti di riflessione sul destino, ma anche sul coraggio delle donne, quello che già c'è e quello che va trovato insieme. Sono stata lieta di leggerlo perché mi ha permesso di scoprirmi impreparata, disattenta, distratta su troppe problematiche che oggi la società ci porta ad ignorare… Mi sono detta che bisogna fare, ascoltare, parlare, leggere di più sulla condizione delle donne oggi. E pazienza se il mio approfondimento su Ipazia dovrà aspettare.
 
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