MonicaSo
Well-known member
È ingenua, ma il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. È vulnerabile, ma resiste alla ferocia del suo tempo. È un personaggio letterario magnifico. La voce di Redenta continuerà a risuonare a lungo, dopo che avrete chiuso l'ultima pagina. Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È così che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l'adorato amico d'infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l'istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris? Intenso, coraggioso, “I giorni di Vetro” è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.
Questo libro mi è stato caldamente consigliato da una giovane commessa di una grande libreria torinese; non era il libro che avevo in mente di acquistare, ma mi sono voluta fidare del suo entusiasmo nel presentarmi questa storia in cui ci sono "due donne coraggiose".
Non sono rimasta delusa.
Certamente è un bel libro, che parla della nostra storia recente; ci presenta un mondo femminile che subisce e deve continuamente pensare a come sopravvivere, e un mondo maschile che spesso è intriso di violenza, malvagità, persino sadismo. Si parla di guerra e di resistenza.
L'autrice scrive molto bene, ti porta velocemente all'interno della sua storia e ti tiene aggrappata alla speranza che tutto cambierà, migliorerà, che ci sarà un lieto fine... ci sono dei riferimenti storici molto precisi e veritieri (un episodio in particolare, la strage di Tavolicci, mi ha molto colpito... non ne avevo mai sentito parlare).
Redenta e Iris sono due donne coraggiose che difficilmente potrò dimenticare.
"Sono le persone, non i mobili, ad arredare i posti, e una volta che le persone se ne vanno è come se ne restasse l'impronta, e viverci diventa insopportabile non per l'assenza, ma al contrario per via della presenza."
Questo libro mi è stato caldamente consigliato da una giovane commessa di una grande libreria torinese; non era il libro che avevo in mente di acquistare, ma mi sono voluta fidare del suo entusiasmo nel presentarmi questa storia in cui ci sono "due donne coraggiose".
Non sono rimasta delusa.
Certamente è un bel libro, che parla della nostra storia recente; ci presenta un mondo femminile che subisce e deve continuamente pensare a come sopravvivere, e un mondo maschile che spesso è intriso di violenza, malvagità, persino sadismo. Si parla di guerra e di resistenza.
L'autrice scrive molto bene, ti porta velocemente all'interno della sua storia e ti tiene aggrappata alla speranza che tutto cambierà, migliorerà, che ci sarà un lieto fine... ci sono dei riferimenti storici molto precisi e veritieri (un episodio in particolare, la strage di Tavolicci, mi ha molto colpito... non ne avevo mai sentito parlare).
La strage di Tavolicci
Nato nella prima metà degli anni Settanta, l’Istituto storico di Forlì-Cesena è oggi un imprescindibile punto di riferimento nell’area forlivese e cesenate per ricercatori, studiosi e insegnanti che si occupino di storia contemporanea e per chiunque voglia conoscere e approfondire la storia...
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Redenta e Iris sono due donne coraggiose che difficilmente potrò dimenticare.
"Sono le persone, non i mobili, ad arredare i posti, e una volta che le persone se ne vanno è come se ne restasse l'impronta, e viverci diventa insopportabile non per l'assenza, ma al contrario per via della presenza."