Márai, Sándor - Bébi, il primo amore

Roberto89

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«A ben vedere, nella mia vita non è successo nulla» annota nel suo diario il protagonista, e narratore, di questo romanzo: un professore di latino poco più che cinquantenne, celibe, alieno da qualunque sentimento nei confronti dei propri simili, maniacalmente attaccato a una routine fatta di lezioni, passeggiate, serate al circolo, rare visite a una casa di tolleranza. Ma durante un soggiorno alle pendici dei monti Tátra qualcosa si incrina, nel suo corpo e nella sua mente: si accorge di essere triste, «costantemente in attesa di qualcosa», al punto da confidarsi, quasi contro la propria volontà, con uno sconosciuto per il quale sembrava provare solo ripugnanza. La crepa non farà che allargarsi quando gli verrà assegnata una classe dell’ultimo anno – e per di più una classe in cui sono presenti sei ragazze. Con raffinatissima, pressoché diabolica abilità Márai ci fa percepire, attraverso le parole stesse del professore, i cambiamenti che avvengono in lui allorché scopre che due dei suoi allievi stanno vivendo il primo amore – un primo amore che, sebbene sia incapace di ammetterlo, forse sta sperimentando anche lui. E quando lo vedremo comprarsi un abito nuovo, tagliarsi la barba, accettare perfino che il barbiere gli faccia dei massaggi per cancellare le rughe, sapremo che, come accade a von Aschenbach nella Morte a Venezia, il baratro che gli si è spalancato davanti non potrà che inghiottirlo
 

Roberto89

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3,5 ⭐ su 5

Pubblicato nel 1928, questo secondo libro di Márai mi ha piacevolmente sorpreso. In poche pagine l'autore riesce a entrare nel personaggio in modo incredibilmente realistico, dipingendo lui e la solitudine che lo accompagna in un crescendo di empatia (nostra nei confronti del protagonista) e tensione (che si sviluppa più avanti nel romanzo).
Anche se il contesto storico e culturale è diverso dal nostro è un romanzo che può essere attualissimo, un contrasto fra il mondo interiore del protagonista, descrittoci in forma di diario, e quello esterno, sempre filtrato però dagli occhi del protagonista, in un percorso di cambiamento che finirà per sorprendere il lettore.
Il finale aperto in questo caso è la ciliegina sulla torta, l'affermazione finale sull'imprevedibilità della vita e del cambiamento.
 
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Minerva6

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Vorrei scrivere qualcosa di più su questo splendido romanzo che ho letto di recente ma per ora mi limiterò a dire che l'empatia di cui ha parlato Roberto l'ho provata anch'io e pure se alla fine la mia identificazione non è stata per lo stesso motivo del protagonista ringrazio comunque l'autore per avermi trasmesso tutte le emozioni che ho sentito durante la lettura. Per me Marai ormai è una garanzia. Ho letto 8 libri suoi e proseguirò con i pochi che ancora mi restano in versione ebook.
 
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