Cinelli, Silvia - L'elisir dei sogni. La saga dei Campari

qweedy

Well-known member
"Milano, 1862. Gaspare Campari mesce fiori, spezie e bucce d'agrumi nel suo laboratorio da liquorista sotto il Coperto dei Figini. È arrivato da poco dalla provincia, pieno di speranze dopo il successo del suo Caffè dell'Amicizia a Novara, e nella grande città in trasformazione, animata da una borghesia ricca e desiderosa di godere dei piaceri della vita, è determinato a realizzare il suo sogno. Gaspare cerca qualcosa che non esiste, un elisir: il Bitter perfetto, che piaccia a signore raffinate, intellettuali e uomini di mondo. Poco dopo la magia avviene: nasce il Bitter Campari, inconfondibilmente rosso e dal sapore dolceamaro, destinato a diventare un'icona. Da allora, l'ascesa è inarrestabile: è il 1867, e nella nuova Galleria Vittorio Emanuele II apre le porte il Caffè Campari, luogo di ritrovo per politici e scrittori, frequentato dai musicisti del vicino Teatro alla Scala e dai giornalisti del neonato "Corriere della Sera". Ma quando Gaspare muore all'improvviso, lasciando cinque figli e una formidabile vedova dalla chioma rossa, è subito chiaro che la successione non seguirà i piani del capostipite. Sarà l'intraprendente e coraggiosa Letizia a traghettare l'azienda verso il futuro, consegnandola nelle mani dei suoi figli, Davide e Guido, che non possono essere più diversi: visionario e orientato al potere il primo, ribelle e passionale il secondo. Due fratelli caparbi, destinati inevitabilmente a scontrarsi sull'eredità paterna. Tra amori contrastati e solitudini, scelte audaci e venti di rivoluzione, un romanzo che emoziona e affascina, raccontando la parabola di una famiglia che ha scritto con l'inchiostro rosso del suo Bitter la storia di Milano."

Molto romanzato, racconta la storia della famiglia Campari e del suo famoso bitter, oltre che le vicende storiche milanesi dell'epoca.
Interessante, gradevole, non eccezionale. Ho apprezzato la parte storica relativa a Milano. La storia della famiglia Campari si intreccia agli eventi di una Milano segnata da una fervente agitazione sociale e politica. Fra il 1898 e il 1904, la città è teatro di violente sommosse della classe operaia che comincia a prendere coscienza di sé. Si batte per le dure condizioni di lavoro nelle fabbriche, per le lunghe giornate lavorative, per i salari bassi e la scarsa sicurezza sul lavoro. A dar loro voce, promuovendo la lotta per i diritti attraverso proteste e scioperi, è il movimento socialista. La risposta del governo è dura, ricorre all’intervento dell’esercito e all’arresto di molti esponenti socialisti. C'è l'intuizione di Davide Campari a usare la pubblicità, c'è l'avvento delle prime automobili, i primi scioperi, le prime rivendicazioni femministe.

Consigliato a chi ama le saghe familiari.

«Quella dei Campari è del resto la clientela più vivace e interessante che si possa immaginare: Giacomo Puccini, Luigi Illica, Arrigo Boito, Giuseppe Boito, Giuseppe Verdi e tutti gli artisti che gravitano attorno alla Scala; gli editori Emilio e Giuseppe Treves coi loro scrittori Gabriele D’Annunzio, Edmondo de Amicis, Giovanni Verga. Sotto la protezione dell’Angiolin, giornalisti e politici di opposte fazioni si ritrovano in una relativamente pacifica convivenza: il moderato Torelli-Viollier prende l’aperitivo con il radicale Felice Cavallotti, i sinistrorsi dell’Associazione Democratica siedono accanto ai destrorsi dell’Associazione Costituzionale, Filippo Turati e Anna Kuliscioff tollerano la vista del deputato conservatore Giuseppe Colombo, che ha definito le rivendicazioni del proletariato “fango che sale”.»

«Per ora ha solo dubbi, incertezze, e la febbrile eccitazione della ricerca, ma più i giorni passano più gli diventa chiaro che ciò che sta cercando non è solo un liquore da aggiungere al menù del Caffè. Ciò che sta cercando è la propria salvezza.»

«Sono strani questi tempi moderni, sono folli, scriteriati, sono tempi di lotte e di tentazioni rivoluzionarie.»

«Da domani, oltre a supervisionare la sala, accogliere i clienti, fare di conto e tappare i buchi in laboratorio, dovrà mettersi ai fornelli, almeno finché non troverà un nuovo cuoco. Ecco cosa comporta essere la sciura padrona.»

«A uno dei tavoli, Anna Kuliscioff siede con piglio matronale tra Andrea Costa, marito da cui è separata, e Filippo Turati, compagno di lotta e di vita, con cui da circa tre anni convive in un appartamento proprio lì accanto, sotto ai Portici Settentrionali. L’insolito trio sta festeggiando insieme ai compagni l’esito delle ultime elezioni politiche, che ha permesso al Partito socialista italiano di entrare per la prima volta in parlamento.»
 
Alto