Ondine
Logopedista nei sogni
Sentaro sogna di diventare uno scrittore ma a causa di un suo difficile passato, è costretto, per un debito nei confronti della proprietaria, a lavorare nella pasticceria Doraharu. Sentaro prepara e vende dorayaki e non ama i dolci, tutte le notti si addormenta bevendo whisky e la mattina fa fatica ad alzarsi, il suo lavoro lo annoia. Una mattina, davanti la sua pasticceria all'ombra dei ciliegi in fiore le cui foglie entrano nella cucina dalla finestra finendo nei dorayaki, una signora anziana e dalle mani deformate gli chiede di aiutarlo nella preparazione dell'an, la pasta di fagioli dolci, in quanto l'an di produzione industriale che Sentaro utilizza per il ripieno dei pancake non è buona come quella che lei prepara da cinquant'anni. Sentaro la assaggia e decide di assumerla come aiutante in cucina, la regola tra i due è che Tokue non deve farsi vedere dai clienti ma un giorno una ragazza adolescente, che si ferma tutti i giorni in pasticceria dopo la scuola e che non vorrebbe mai tornare a casa, instaura un dialogo con Tokue che, rimanendo nascosta, intuisce il bisogno di questa ragazza non loquace di avere qualcuno che la ascolti e Wakana si accorge della deformità dell'anziana signora. Questo breve romanzo è delicato e poetico, è la riscoperta dell'amicizia, dell'accoglienza, della bellezza di gesti quotidiani e semplici. Attraverso la preparazione lenta dell'an si riscoprono i sensi, ci si riappropria del proprio corpo, ci si riappropria delle parole, ci si riappropria del rapporto con l'altro. L'atmosfera malinconica di questa piccola pasticceria mi ha trasportato in una dimensione tranquillizzante e mi sarebbe tanto piaciuto incontrare una signora Tokue. E' molto sensoriale questo romanzo, mi sono sentita avvolta dal suo profumo, dai suoi colori, dal suo calore di accettazione attraverso i tre protagonisti. Ed è anche amaramente autentico nella sua denuncia sociale.