Otsuka, Julie - Nuoto libero

bouvard

Well-known member
A voi cosa fa dire: “Questo scrittore scrive divinamente!”? Io lo dico, tra l’altro, quando resto incollata a pagine che, apparentemente, parlano “di niente”, salvo poi rendermi conto che quelle piccole cose della quotidianità sono in effetti metafora di ben altro.
Se qualcuno vi chiedesse di scrivere qualcosa su una piscina e su di una crepa voi cosa riuscireste a scrivere? Niente? Poche righe? Un racconto? Io sinceramente più di un racconto di poche pagine non riuscirei a fare. La Otsuka ci ha costruito su, invece, metà di uno stupendo romanzo (almeno secondo me). Su di una piscina? Si, il romanzo parte proprio da una piscina, dai suoi molteplici e variegati frequentatori, dai suoi regolamenti e dalle sue leggi non scritte, ma rispettate da tutti (o quasi), per addentrarsi poi, per colpa di una crepa, in una storia di ben altro spessore. Il potere della scrittura in fondo è anche questo, parlare di un granello per significare una montagna.

Alcuni di noi vengono qui perché stanno male e devono curarsi. Soffriamo di problemi alla schiena, piedipiatti, sogni infranti, cuori spezzati, ansia, malinconia, anedonia, le solite afflizioni del mondo di superficie…

Mi ero dimenticata di dirvi che la piscina in questione è sotterranea e questo la contrappone al rumore, alla frenesia, al caos, ai problemi, alle difficoltà quotidiane del mondo in superficie. Il mondo sotterraneo della piscina è un luogo silenzioso, rilassante, accogliente e protettivo come un grembo materno. Nell’acqua della piscina le differenze estetiche, etniche e sessuali non esistono. Un mondo perfetto. All’apparenza si, fin quando non compare una crepa. Qualcuno se ne preoccupa subito, qualcuno aspetta di vedere come si evolverà la cosa, qualcuno nega l’evidenza, qualcuno...
Inizia così la seconda parte del libro centrata sulla figura di Alice, una delle frequentatrici della piscina.

Una tecnica di laboratorio in pensione sull’orlo della demenza

Come la piscina, anche la memoria di Alice è minata da una crepa. Una crepa che all’inizio appare insignificante, trascurabile (a chi non è mai capitato di non ricordarsi più dove ha messo una cosa?), ma che origina pian piano altre crepe che si portano via man mano i ricordi e la vita stessa di Alice. E come la crepa nella piscina costringe i nuotatori a rivedere la loro quotidianità (cambiare piscina? Cambiare sport?) così anche la “crepa” nella memoria di Alice costringe lei e la sua famiglia a rivedere la loro vita e le loro priorità.
E’ un libro in cui si parla di malattia, nello specifico la demenza frontotemporale o morbo di Pick, parente stretto del morbo di Alzheimer, ma se ne parla con molta delicatezza e come è possibile arguire dal punto di partenza escogitato dalla Otsuka se ne parla in modo del tutto originale e per nulla scontato. Non aspettatevi un libro noioso, pesante o ansiogeno, come capita talvolta con i libri in cui si parla di malattie, perché non è questo il caso, aspettatevi invece di sorprendervi spesso a sorridere, aspettatevi di ritrovare anche voi stessi nel libro (eh sì, anche se non andate in piscina o come me non sapete nuotare), ma soprattutto aspettatevi una scrittura del tutto originale, a partire da quella prima parte in cui la voce narrante è un sorprendente “noi”.
Questo libro e questa scrittrice mi hanno convinto così tanto da aver già scaricato altri suoi libri!

Consigliatissimo





 

darida

Well-known member
Intanto, ottima recensione 👍
Un bel leggere prima di mettere i piedi giù dal letto 😉Un titolo che avrei facilmente ignorato e che invece metto subito in lista!
Spero di trovarlo anche in cartaceo...
 
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