Carissimo
@Roberto89, non solo faccio a meno della magnesia, ma nella mia vita faccio a meno di tutto ciò che potrebbe provocarmi lo stesso effetto, sia che si tratti di persone
, sia che si tratti di libri
Però, a proposito di questi ultimi, devo ammettere che sono molto perplessa. Di solito le persone leggono, per quanto mi risulta, o per divertimento, o per sete di conoscenza (e/o ampliare i propri orizzonti), o per entrambi i motivi. Mi capita però sempre più spesso di leggere commenti negativi, e allora io mi chiedo: abbiamo forse bisogno di un referendum popolare per sancire il diritto di un lettore a interrompere la lettura e separarsi da un libro che gli causa disagio, fastidio o ancor peggio, disgusto? Cosa è questo timore reverenziale nei confronti del libro? Un libro che non piace si può regalare a una biblioteca, a un amico, meglio ancora a un nemico (scherzo), si può usare per pareggiare una gamba di tavolo troppo corta, si può perfino conservare perché si sa che i gusti cambiano e magari ci si può riprometttere di leggerlo "da grandi", o in un secondo momento.
Poi mi dico che forse, oltre al piacere e alla conoscenza, ci può essere un'altra motivazione, cioè di esibire il fatto di averlo letto, e questa è moda.
Oppure semplicemente è ostinazione, e quest'ultima ipotesi mi piace abbastanza, perché può denotare desiderio di superare i propri limiti, o anche curiosità; ma credo che nessun desiderio di superare i miei limiti mi potrebbe far perseverare in una lettura che ritenessi del tutto sgradevole.
Perché per me nella lettura vale innanzitutto il principio di piacere.
Poi, ovviamente, ognuno è libero di avere i feticci che vuole.