Taleb, Nassim Nicholas - Il Cigno nero

francesca

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Secondo Talbe, un *cigno nero* è un evento altamente improbabile e imprevedibile che ha tre caratteristiche principali: è isolato e imprevedibile, ha un impatto enorme, spinge alla ricerca a posteriori di una sua giustificazione per limitare il senso umano di impotenza di fronte alla sua imprevedibilità e dirompenza.
Il libro è stato scritto nel 2007, quindi cita come esempi di cigni neri l’attentato dell’11 settembre, il successo di Google e cose simili. Dopo il 2019, possiamo pensare che il covid sia un altro clamoroso esempio di cigno nero.
Insomma, il tema presentato da Taleb è sicuramente interessante, soprattutto la promessa nella V di copertina di come questo brillante studioso ci aiuterà a scovare piccoli ma efficacissimi trucchi su come sfruttare le circostanze create dal verificarsi di eventi così improbabili.
Ora, a parte qualche consiglio su come investire i propri soldi, il libro è un polpettone di più di trecento pagine, in cui Taleb ripete fino alla nausea tre concetti in croce, scagliandosi contro tutti coloro che non riconoscono l’originalità delle sue idee e piegando l’uso comune di concetti come quello di distribuzione gaussiana e della teoria dei frattali a sostegno della sua tesi, che si riunisce in:
i cigni neri non sono prevedibili, la gente fa finta che lo siano con tutto una serie di meccanismi che io, mente brillante e orginale, smaschero, e insomma la cosa migliore è fare come me. Anche se non è chiaro cosa faccia lui di pratico, mi par di aver capito che preferisce investire un po' dei suoi soldi in eventi improbabili ma che se accadono possono davvero cambiare la vita, cioè si barcamena fra investimenti superprudenti e investimenti super rischiosi.
Le idee che presenta sono davvero interessanti, ma le ripete in continuazione condendole con un’arroganza e una serie di aneddoti da cui lui esce come l’unico intelligente e geniale di qualsiasi situazione da risultare quasi imbarazzante.
Uno stile più asciutto avrebbe giovato secondo me a mettere in risalto davvero l’originalità delle idee dell’autore e avrebbe reso più scorrevole il testo.
 

estersable88

dreamer member
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Secondo Talbe, un *cigno nero* è un evento altamente improbabile e imprevedibile che ha tre caratteristiche principali: è isolato e imprevedibile, ha un impatto enorme, spinge alla ricerca a posteriori di una sua giustificazione per limitare il senso umano di impotenza di fronte alla sua imprevedibilità e dirompenza.
Il libro è stato scritto nel 2007, quindi cita come esempi di cigni neri l’attentato dell’11 settembre, il successo di Google e cose simili. Dopo il 2019, possiamo pensare che il covid sia un altro clamoroso esempio di cigno nero.
Insomma, il tema presentato da Taleb è sicuramente interessante, soprattutto la promessa nella V di copertina di come questo brillante studioso ci aiuterà a scovare piccoli ma efficacissimi trucchi su come sfruttare le circostanze create dal verificarsi di eventi così improbabili.
Ora, a parte qualche consiglio su come investire i propri soldi, il libro è un polpettone di più di trecento pagine, in cui Taleb ripete fino alla nausea tre concetti in croce, scagliandosi contro tutti coloro che non riconoscono l’originalità delle sue idee e piegando l’uso comune di concetti come quello di distribuzione gaussiana e della teoria dei frattali a sostegno della sua tesi, che si riunisce in:
i cigni neri non sono prevedibili, la gente fa finta che lo siano con tutto una serie di meccanismi che io, mente brillante e orginale, smaschero, e insomma la cosa migliore è fare come me. Anche se non è chiaro cosa faccia lui di pratico, mi par di aver capito che preferisce investire un po' dei suoi soldi in eventi improbabili ma che se accadono possono davvero cambiare la vita, cioè si barcamena fra investimenti superprudenti e investimenti super rischiosi.
Le idee che presenta sono davvero interessanti, ma le ripete in continuazione condendole con un’arroganza e una serie di aneddoti da cui lui esce come l’unico intelligente e geniale di qualsiasi situazione da risultare quasi imbarazzante.
Uno stile più asciutto avrebbe giovato secondo me a mettere in risalto davvero l’originalità delle idee dell’autore e avrebbe reso più scorrevole il testo.
Francesca, come ti scrivevo, avevo cominciato questo libro per interromperlo dopo poche pagine. La tua recensione mi conferma quello che avevo già notato! Peccato.
 
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