Ho letto questo libro dopo aver visto il film che ne è stato tratto e che è uno dei rari casi in cui il film rende giustizia o forse addirittura supera la storia di origine.
Il film ha infatti una delicatezza e una specie di pudore che lo aiutano a penetrare ogni fibra del cuore, il libro appare più netto, schietto, ma forse per questo un po’ più artificioso, soprattutto alcune caratteristiche di uno dei tre protagonisti, Patrick, sono un po’ una summa dei clichè sull’omosessuale alla Oscar Wilde.
E’ la storia di un triangolo amoroso nella Brighton degli anni ’50, triangolo composto da due uomini che si amano e la moglie di uno di questi. Il III incomodo in questo caso è proprio la moglie, che messa davanti all’evidenza delle relazione omosessuale del marito non trova di meglio che denunciarne l’amante, condannando tutti e tre ad una vita di infelicità e solitudine, che non potrà nemmeno essere riscattata nella sua rinuncia-rivalsa finale.
La Roberts è bravissima nel costruire la storia, comunque la si rigiri non si trova un vero responsabile di tanta infelicità, per questo il libro lascia tante amare riflessioni nel lettore, su cos’è l’amore quando diventa troppo da ribaltarsi in egoismo, caratteristica che l’autrice distribuisce equanimamente su tutti e tre i protagonisti, su cosa voleva dire essere omosessuali fino a cinquant’anni fa e su cosa vuol dire adesso.
Il film ha infatti una delicatezza e una specie di pudore che lo aiutano a penetrare ogni fibra del cuore, il libro appare più netto, schietto, ma forse per questo un po’ più artificioso, soprattutto alcune caratteristiche di uno dei tre protagonisti, Patrick, sono un po’ una summa dei clichè sull’omosessuale alla Oscar Wilde.
E’ la storia di un triangolo amoroso nella Brighton degli anni ’50, triangolo composto da due uomini che si amano e la moglie di uno di questi. Il III incomodo in questo caso è proprio la moglie, che messa davanti all’evidenza delle relazione omosessuale del marito non trova di meglio che denunciarne l’amante, condannando tutti e tre ad una vita di infelicità e solitudine, che non potrà nemmeno essere riscattata nella sua rinuncia-rivalsa finale.
La Roberts è bravissima nel costruire la storia, comunque la si rigiri non si trova un vero responsabile di tanta infelicità, per questo il libro lascia tante amare riflessioni nel lettore, su cos’è l’amore quando diventa troppo da ribaltarsi in egoismo, caratteristica che l’autrice distribuisce equanimamente su tutti e tre i protagonisti, su cosa voleva dire essere omosessuali fino a cinquant’anni fa e su cosa vuol dire adesso.