Gibson, William & Sterling, Bruce - La macchina della realtà

Roberto89

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Prima venne la macchina a vapore, poi la Macchina della realtà: come sarebbe il mondo, se il computer fosse già stato inventato nel XIX secolo? La vera storia di Charles Babbage e del suo Calcolatore analitico è narrata in questo romanzo, insieme alle sue sorprendenti conseguenze. In un'Inghilterra tecnologicamente avanzata dove impera la dittatura tecnocratica di Lord Byron, l'unica rivale è la Francia; innovazioni come carte di credito e fast food sono pronte a rivoluzionare il mondo vittoriano. A Londra la civiltà informatica è già all'avanguardia, anche se il paesaggio urbano ricorda quello di un romanzo di Dickens... Un libro in cui l'invenzione non si ferma mai e il mondo del futuro si specchia in un passato credibilissimo, ricostruito nei più inquietanti particolari.
 

Roberto89

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Parecchio lontano secondo me dalla descrizione. Il romanzo appartiene al genere steampunk ed è stato scritto nel 1990, ma pur vedendolo nel suo contesto, cioè come romanzo appartenente a un genere ancora relativamente nuovo all'epoca, risulta comunque un po' deludente nella narrazione.
Intanto manca un vero protagonista, la narrazione passa per tre personaggi di cui i primi due vengono abbandonati senza un chiaro motivo. La tecnologia anacronostica (fuori tempo storico visto che il romanzo è ambientato in epoca vittoriana) non è descritta più di tanto e l'autore sembra fregarsene di dare al lettore il tempo di ambientarsi.
Forse il lettore degli anni '90 poteva passarci sopra per via della novità dei temi trattati e dell'ambientazione, ma oggi i difetti risaltano troppo sulla scarsa cura dei dettagli e la manca di una trama ben fatta. L'unico elemento che unisce i vari pezzi della storia sono delle schede perforate (pensatelo come il cd di installazione di un programma) che dovrebbero permettere la previsione delle scommesse e quindi garantire una vincita sicura. Ma sono più che altro uno stratagemma per portare avanti la trama.
Ancora più incomprensibile la parte finale del romanzo, che dopo il terzo protagonista salta a un capitolo pieno di stralci di interviste, rapporti, ecc. che mostrano in modo frammentario il futuro dopo gli eventi della storia. Oltretutto la storia è un po' banale e poteva benissimo essere ambientata in epoca vittoriana senza l'elemento tecnologico che, a parte alcune armi usate verso la fine, fa solo da cornice alla storia.
Insomma, poteva essere fatto molto meglio.

Voto: 2 stelle su 5 (direi 1,5 ma nonostante i difetti lo stile narrativo è comunque buono)
 
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