Il libro è la storia di Rudi Weiss, giovane ebreo in fuga durante la seconda guerra mondiale, alternata alle pagine del diario di Erik Dorf, ambizioso ufficiale nazista in ascesa. E' Rudi a raccontare a posteriori la sua storia, perciò non faccio spoiler se dico che si salverà.
Il libro inizia, se non sbaglio, nel 1939 con il matrimonio di Karl, fratello di Rudi, con un'ariana. Già si percepisce il clima pesante: frecciate, sguardi, insulti ai ragazzini. Rudi è figlio di un medico stimato e di una donna di cultura; oltre al fratello ha una vivace sorellina, Anna. Non trascorre molto tempo prima che l'accanimento contro gli ebrei diventi insostenibile, il pericolo aumenti e il padre sia costretto a lasciare l'ambulatorio e a partire, lasciando il resto della famiglia "ospite" sgradita nell'appartamento accanto ai genitori di Inga, la moglie di Karl. Presto i componenti della famiglia dovranno separarsi e seguire ciascuno la strada a lui/lei imposta dal nazismo; sarà sempre Rudi a raccontarci le loro singole storie.
Alternate a queste pagine, come dicevo, c'è l'agghiacciante diario dell'ufficiale delle SS in carriera che, istigato da una moglie senza scrupoli, si autoconvince che ciò che i nazisti stanno facendo agli ebrei (e ai criminali comuni, ai rom, ai comunisti ecc. ecc.) è giusto e si concentra sulla propria ascesa professionale, avallando e supportando qualsiasi decisione. Agghiaccianti, sì, queste pagine, e nel contempo interessanti perché ci raccontano "dall'altra parte" nei dettagli, in modo (credo) realistico, il retroscena dei campi di sterminio e della soluzione finale, anche dal punto di vista tecnico (la scelta del gas, il numero di ebrei da annientare, la scelta delle parole da dire e così via, davvero terribile!)
Avevo visto, da piccola, lo sceneggiato (allora le serie TV si chiamavano così) tratto da questo romanzo; ancora ricordo alcune scene che mi avevano impressionato parecchio (forse ero troppo piccola, ricordo però che mia mamma aveva voluto che lo guardassi e credo che avesse ragione).
Molto coinvolgente, a tratti forse troppo. Impossibile, ovviamente, annoiarsi. Dire che è un bel libro e che mi è piaciuto mi sembra scontato e banale, si tratta di libri che dovrebbero essere letti dal maggior numero di persone possibile e ogni tanto riletti.
Il libro inizia, se non sbaglio, nel 1939 con il matrimonio di Karl, fratello di Rudi, con un'ariana. Già si percepisce il clima pesante: frecciate, sguardi, insulti ai ragazzini. Rudi è figlio di un medico stimato e di una donna di cultura; oltre al fratello ha una vivace sorellina, Anna. Non trascorre molto tempo prima che l'accanimento contro gli ebrei diventi insostenibile, il pericolo aumenti e il padre sia costretto a lasciare l'ambulatorio e a partire, lasciando il resto della famiglia "ospite" sgradita nell'appartamento accanto ai genitori di Inga, la moglie di Karl. Presto i componenti della famiglia dovranno separarsi e seguire ciascuno la strada a lui/lei imposta dal nazismo; sarà sempre Rudi a raccontarci le loro singole storie.
Alternate a queste pagine, come dicevo, c'è l'agghiacciante diario dell'ufficiale delle SS in carriera che, istigato da una moglie senza scrupoli, si autoconvince che ciò che i nazisti stanno facendo agli ebrei (e ai criminali comuni, ai rom, ai comunisti ecc. ecc.) è giusto e si concentra sulla propria ascesa professionale, avallando e supportando qualsiasi decisione. Agghiaccianti, sì, queste pagine, e nel contempo interessanti perché ci raccontano "dall'altra parte" nei dettagli, in modo (credo) realistico, il retroscena dei campi di sterminio e della soluzione finale, anche dal punto di vista tecnico (la scelta del gas, il numero di ebrei da annientare, la scelta delle parole da dire e così via, davvero terribile!)
Avevo visto, da piccola, lo sceneggiato (allora le serie TV si chiamavano così) tratto da questo romanzo; ancora ricordo alcune scene che mi avevano impressionato parecchio (forse ero troppo piccola, ricordo però che mia mamma aveva voluto che lo guardassi e credo che avesse ragione).
Molto coinvolgente, a tratti forse troppo. Impossibile, ovviamente, annoiarsi. Dire che è un bel libro e che mi è piaciuto mi sembra scontato e banale, si tratta di libri che dovrebbero essere letti dal maggior numero di persone possibile e ogni tanto riletti.