Gottschall, Jonathan - L'istinto di narrare

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
L’uomo passa più tempo immerso in un universo di finzione che nel mondo reale. Nessun altro animale dipende dalla narrazione quanto l’essere umano, lo «storytelling animal». Questo strano comportamento, che ci porta a mettere al centro della nostra esistenza cose che non esistono, è innato e antichissimo. Ma a che scopo? Jonathan Gottschall studia la narrazione da molti punti di vista e si muove tra biologia, psicologia, neuroscienze e letteratura, appoggiandosi alle ricerche più avanzate, ed evoca i tangibili vantaggi del mondo fantastico. Raccontando storie i bambini imparano a gestire i rapporti sociali; con le fantasie a occhi aperti esploriamo mondi alternativi che sarebbe troppo rischioso vivere in prima persona, ma che risulteranno utilissimi nella vita reale; nei romanzi e nei film cementiamo una morale comune che permette alla società di funzionare. Il potere universale della finzione è probabilmente la nostra caratteristica più distintiva, il segreto del nostro successo evolutivo, ciò che ha reso l’uomo un animale diverso dagli altri, permettendo a lui solo di vivere contemporaneamente molte vite, accumulare esperienze diverse e costruire il proprio mondo con l’incanto dell’invenzione.

Fonte: IBS
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Una lettura leggera ma interessante sul perché raccontiamo storie e perché ci piace leggerle, vederle (ovvero guardare film e simili) e sentirle (ascoltando canzoni). Anche quando sogniamo lo facciamo sotto forma di storie. Le storie fanno parte del nostro essere umani, ma non sono solo il nostro modo per sfuggire alla vita reale rifugiandoci in qualcosa di fantasioso, emozionante, piacevole. L'autore cita varie fonti arrivando alla conclusione che i libri che leggiamo, i film che vediamo, la musica che ascoltiamo, e via dicendo, sono forse un modo in cui il nostro cervello impara come vivere, senza doverci esporre ai rischi che quelle attività comporterebbero (o forse semplicemente perché non possiamo permettercelo), come una realtà virtuale in cui far pratica per risolvere problemi futuri, e proprio per questo ci piacciono tanto.
Non sono del tutto d'accordo con questa tesi, ma quel che è certo è che siamo circondati di storie e che, a parte qualche eccezione, la nostra vita ne esce arricchita.
 
Alto