MaxCogre
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è una giornalista vera valeria arnaldi, una che in 5 pagine per regista coglie ben tre obiettivi: ti porta in giro per la roma dei set conematografici, ti spiega la poetica del regista, e ti riscalda il tutto con un paio di aneddoti che ti lasciano a bocca aperta, quando non con l'occhio umido (tipo quello dove un protagonista maschile di roma città aperta di rossellini alla scena della famosa mitragliata ad anna magnani, si immedesima e non riesce a smettere di piangere, costringendo rossellini ad un secondo ciack con la pellicola già razionata). Oppure le litigate tra richard burton, esuberante ma rozzo e liz taylor durante le riprese di cleopatra cleopatra, col pubblico romano appeso alle pagine dei rotocalchi e di stanza in via veneto, incredulo che holliwood je sia arrivata sotto la porta de casa. E poi stralci di dialoghi, libri, testimonianze fotografie, curiosità inarrivabili (lo sapevate che un rpototipo della fantascienza catastrofista che va di moda adesso holiwood la ambientò a roma, addirittura già negli anni 50?). E poi c'è anche qualcos'altro che va ben oltre i capitoli. E io, e io sto a piagne. sto. a. piagne. Perchè per me il libro si è trasformato per magia in un album di fotografie, perchè quei paesaggi sono quelli dove io sono vissuto davvero, nella periferia borgatara di viale marconi dei 70, all'eur dei primi anni 80, all'epoca in quartieri dormitorio ai confini del mondo conosciuto, e le capate da turista a trastevere, dove pure mia nonna ha per davvero abitato, e infine ora nelle nuove periferie oltre il raccordo, verso Ostia, la adorata Ostia pasoliniana. Questa storia del cinema è la storia di roma, ed è pure la storia mia. E ho capito pure una cosa, che viene naturale, almeno ad un romano, alla fine del libro. Roma non è una città, roma è una esagerazione: tutto è più grosso, tutto è sempre esacerbato. Se sei povero a Roma, sei più che povero, sei l'accattone di pasolini - se sei felice, sei stafelice, come la hepburn in vacanze romane, e se sei alienato, allora stai perso come fantozzi, che per non far tardi al lavoro si butta direttamente sul tetto dell'autobus, dal suo loculo con vista tangenziale est... nà cosa normale a roma, nun se po' fa. Questo è il tributo che roma, questa new york ante litteram, chiede ai romani, che siano comandanti, registi, attori, o gente 'comune'. E questa è roma, benvenuti a roma!