Hosain, Attia - La casa delle donne

estersable88

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India, 1933. Il fumo dell'incenso disegna spirali in aria. La quiete della biblioteca rinfranca lo spirito di Laila, intenta a sfogliare una preziosa edizione di Alexandre Dumas appena arrivata dalla Francia. In famiglia tutti la considerano eccentrica, perché preferisce il fruscio delle pagine alla compagnia chiassosa delle zie. L'unico che la capisce è il nonno, grande amante della letteratura occidentale. A Laila, però, quel ruolo non dispiace, perché le permette di vivere incredibili avventure insieme alle sue eroine di carta. Non sa ancora che la sfida più grande è all'orizzonte. Mentre le sue cugine sono spose felici e madri, lei non riesce ad accontentarsi di una simile prospettiva, ma desidera continuare a imparare. Grazie all'appoggio dello zio, si iscrive all'università, studia e ascolta gli animati dibattiti dei suoi compagni, che si interrogano sul futuro. E le basta un bacio per innamorarsi di Ameer, un uomo dolce e intelligente, che però appartiene a una casta inferiore. Per la sua famiglia il loro amore è inaccettabile. Ma a Laila non è mai importato dell'opinione altrui. Vuole decidere del proprio destino, perché questo le hanno insegnato i libri. Ed è pronta a mettere a repentaglio tutto, compresi i suoi privilegi, per essere libera. Attia Hosain ha un posto speciale nel cuore del pubblico anglosassone perché per anni è stata il volto di un celebre programma della BBC. Il suo esordio, "La casa delle donne", pubblicato in prima edizione nel 1961, è stato riscoperto solo recentemente e riconosciuto come un piccolo tesoro della letteratura. Perché la storia di Laila è un bellissimo esempio di autodeterminazione femminile, calato nel mondo affascinante dell'Oriente.

Talvolta mi chiedo se chi scrive le quarte di copertina di taluni libri abbia velleità di scrittore o solo una fervida fantasia, perché le storie raccontate sono diverse da quelle poi effettivamente narrate nei libri… Curioso, ma non esattamente il massimo per chi il libro poi lo legge aspettandosi una cosa e trovando qualcos'altro. Tutto questo discorso per dirvi che… è questo il caso: il libro di Attia Hosain, pur se interessante e pregevole perché suscita riflessioni storico-culturali e socio-politiche importanti, non è avvincente come farebbe pensare la quarta di copertina. È un libro serio, che tratta argomenti seri, non la classica storiella d'amore che oggi ci fa palpitare e domani abbiamo dimenticato. Parla di donne? Sì, ma parla soprattutto di caste, di differenze di classe, di obblighi e riconoscenze imposte, incidentalmente parla anche di libri, ma no, non parla d'amore. Non lo fa in senso classico, così come noi occidentali di oggi immagineremmo una storia d'amore, ma lo fa in modo rispettoso, quasi sobrio, all'orientale, con echi di un tempo passato. Quel passato in cui è ambientata la storia, quel passato in cui è stato scritto il libro, che ci fa sentire ancora più forte la differenza con l'oggi. In definitiva, La casa delle donne è un libro interessante, che non trascina e non colpisce in prima battuta, ma fa riflettere.
 
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